Carissime nemiche
L’americana deve decidere se proseguire fino a Pechino. Sofia vorrebbe sfidarla ancora Vonn risponde a Goggia «Mi ha chiesto di continuare Non so, 4 anni sono lunghi Ma ora le tolgo la Coppa»
Medaglie Mikaela Shiffrin, americana, con l’oro vinto in gigante e l’argento in combinata (Getty Images) PYEONGCHANG Prima la leonessa «anziana», poi la sua erede. Una dopo l’altra, in sequenza; ma rigorosamente separate. Perfino nel protocollo delle conferenze di Team Usa c’era il senso del passaggio di consegne tra Lindsey Vonn e Mikaela Shiffrin, le due primedonne dello sci yankee che sono ormai due rette divergenti sia in pista — poche le occasioni per le sfide dirette — sia al di fuori, posto che Lindsey continua a «bucare» più di colei che ha già cominciato ad attaccare la sua leadership.
Su un aspetto, però, entrambe convergono e concordano: «È Ester Ledecka la stella di Pyeongchang 2018». La sorprendente vincitrice del superg, che nella notte italiana inseguiva la storica e inedita doppietta in un altro sport (lo snowboard parallelo), è destinata a diventare un esempio per i Millennials. «Lo sport del futuro premierà chi praticherà discipline diverse — sottolinea Lindsey Vonn —: io ho provato anche la ginnastica e il calcio, tuttavia ero brava solo sugli sci. Non sarà più così e una come Ester Ledecka potrà ispirare le prossime generazioni».
Tornando alle due fuoriclasse, potrà mai la Shiffrin diventare un’evoluzione del personaggio Vonn? Oggi la risposta è no. Le manca ancora il carisma con cui la connazionale ieri ha spiegato che «sono fuori luogo le aspettative legate alla conquista delle medaglie d’oro: così si mortificano i sacrifici di chi si allena per venire a un evento globale quale l’olimpiade». Le mancano poi un bel po’ di «viaggi» nel mondo dell’extra-sport e del gossip, magari anche una relazione con un Tiger Woods, dato che quella attuale, con il gigantista francese Mathieu Faivre, rientra tra le storie, diciamo così, normali. Mikaela, però, questo lo sa. E conferma che il modello-vonn è distante da lei. «Non credo di potermi calare nei panni che Lindsey ha indossato in questi anni. E non penso che si ritenga pronta a passare il testimone. Ammesso poi che sia io a prenderlo». Quindi, una battuta: «Continuo a sentire che non arriverà a Pechino 2022. Ma subito dopo si aggiungono espressioni del tipo “è molto probabile”, “forse”, “non si è sicuri, ma vediamo”. Io la co-