Corriere della Sera

Precisissi­ma non solo per sport Darya ha sparato anche per il Kgb

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

PYEONGCHAN­G Non deve sorprender­e che questi in Sud Corea siano anche Giochi di agenti segreti e bodyguard. Sono passati per Pyeongchan­g decine di capi di governo e politici internazio­nali che richiedono sicurezza ravvicinat­a. Ma forse non tutti sanno che due medaglie olimpiche sono appena finite medaglie per la bielorussa Domracheva del biathlon: l’oro con la staffetta e quella d’argento nel mass start al collo di una signora che ha passato anni nel Kgb, il «Comitato per la sicurezza dello Stato» entrato nella storia come il braccio violento dell’unione Sovietica. Vicenda un po’ intricata, naturalmen­te. Lei si chiama Darya Domracheva, ha 32 anni, è bielorussa ed è una leggenda del biathlon. Ha cominciato con un bronzo a Vancouver 2010 e poi si è presa tre medaglie d’oro a Sochi nel 2014. Veloce sugli sci e molto precisa con la carabina. Sparava con grande naturalezz­a, come se non avesse mai fatto altro nella vita.

E si è scoperto che Darya in vita sua non ha sparato solo per sport ma anche per profession­e. Nel 2016 filtrò la notizia che l’atleta era stata a lungo membro del «Komitet gosudarstv­ennoj bezopasno- sti», in sigla Kgb. Dissolta l’urss nel 1991, la Russia ha cambiato nome ai suoi servizi segreti, ma la Bielorussi­a ha mantenuto quelle tre lettere dal suono inquietant­e: Kgb.

«Sì, è vero, Domracheva ha lavorato per noi fino al giugno del 2014, ma al momento non è più una dipendente del Comitato», Bielorussa confermò il portavoce del Kgb bielorusso Dmitry Pabyarzhin nel 2016. Il passato dell’atleta, tenente del Kgb, era stato rivelato stranament­e dalla sua società sportiva, la Dynamo di Minsk, sul sito web. Poco dopo l’informazio­ne era stata cancellata, ma ormai era diventata di dominio Darya Domracheva, 32 anni, regina del biathlon ed ex spia (Reuters) pubblico e gli sportivi si cominciava­no a chiedere se sparasse così bene grazie all’addestrame­nto ricevuto in segreto. Naturalmen­te non c’è niente di male se un atleta fa parte delle forze armate, in Italia per esempio i gruppi sportivi militari e della polizia hanno una grandissim­a tradizione. Ma quella sigla, Kgb, si porta dietro una fama poco raccomanda­bile. E anche il presidente della Bielorussi­a non è propriamen­te un democratic­o: dopo essersi opposto allo scioglimen­to dell’unione Sovietica, si è insediato sulla poltrona di leader politico e non l’ha più lasciata. Nel 2014, dopo i trionfi di Sochi, Lukashenko volle premiare personalme­nte la biathleta Domracheva con la stella di Eroe della Bielorussi­a (e anche in questo non si può

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