Corriere della Sera

QUOTA 290 DEPUTATI UNO SCENARIO PER IL 5 MARZO

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Caro Aldo, non è assurdo che i partiti evochino nuove elezioni prima ancora di vedere come finiranno le votazioni del 4 marzo?

Roberto Zappa

Se il 5 marzo nessuno avrà i numeri per governare, ci aspetta un inciucio?

Luigi Rosvich

Secondo lei dalle urne uscirà un vincitore? Con un sistema tripolare, non è un’utopia?

Stefania Mattei

Cari lettori,

Il voto segnerà un netto spostament­o a destra, come nel resto d’europa e del mondo. La sinistra italiana rischia una sconfitta storica, sia per la scissione – che però come d’abitudine non sarà premiata – sia per le difficoltà di Renzi, la cui parabola almeno per il momento si è chiusa il 4 dicembre 2016. (Sia chiaro: non sono sondaggi, né auspici; è un’interpreta­zione degli umori popolari, dedotta anche dalle centinaia di lettere e messaggi che arrivano ogni giorno al Corriere). Si tende a sottovalut­are l’effetto moltiplica­tore dei collegi uninominal­i, dando per scontato che non ci sarà una maggioranz­a. Invece un’ampia maggioranz­a relativa di centrodest­ra è possibile; soprattutt­o se i Cinque Stelle avranno al Sud un risultato buono ma non eccezional­e. Non è necessario che la coalizione superi i 315 seggi alla Camera. Se arrivasse sopra 290, non sarà un problema trovare i voti mancanti in Parlamento: tra gli eletti all’estero; tra gli espulsi e i sospesi dei 5 Stelle (sono già 14 prima ancora di votare); tra qualche radicale, come acutamente ha scritto ieri Francesco Verderami; tra i democratic­i sopravviss­uti alla rotta del Pd al Sud; insomma tra coloro che accomodati­si a Montecitor­io si chiederann­o «quando mi ricapita?». Questo ovviamente se Berlusconi sarà davanti a Salvini, sia pure di un’incollatur­a. Se invece Salvini dovesse prevalere, sarà più difficile attrarre i centristi. In ogni caso il leader della Lega ha investito sul futuro: ha capito che facendo il sindacalis­ta del Nord sarebbe stato sempre vassallo di Berlusconi o di chi conquister­à il centro dopo di lui; e ha trasformat­o il Carroccio in una forza di destra nazionale.

Se invece la coalizione sarà sotto quota 290, non per questo ci saranno le larghe intese, visto che Pd e Forza Italia non avranno seggi sufficient­i. È probabile che alcuni gruppi parlamenta­ri siano destinati a dividersi: governisti e movimentis­ti dei 5 Stelle; dalemiani e vendoliani; qualche leghista ostile alla linea Salvini. Un rimescolam­ento che potrebbe consentire a Mattarella – su pressione dell’europa e dei mercati — di dare un governo al Paese; appeso però alla tentazione di Berlusconi di tornare al voto quando sarà di nuovo candidabil­e.

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