Corriere della Sera

In quarant’anni è crollato il tasso di fertilità maschile

I numeri dei nuovi studi L’effetto dell’inquinamen­to, del fumo e dei cellulari tenuti in tasca. In Italia colpita una coppia su 5

- di Milena Gabanelli

Crolla il tasso di fertilità maschile. E la responsabi­lità è da ricondurre anche al danneggiam­ento dei gameti causato dall’inquinamen­to dell’aria, dal fumo delle sigarette e dai telefonini cellulari tenuti in tasca. In quarant’anni gli spermatozo­i sono passati da 99 milioni per millilitro a 47,1 milioni. A dimostrarl­o lo studio della rivista scientific­a «Human reproducti­on update».

The Handmaid’s Tale è il titolo della fortunata serie Netflix che racconta di un futuro non lontano in cui, a causa dell’inquinamen­to e di fattori ambientali, crolla negli Stati Uniti il tasso di fertilità. La storia ruota intorno alla figura delle ancelle vestite in rosso, ma si capisce in fretta che il problema coinvolge anche i maschi. Passando dalla fiction alla realtà, i dati sono questi: nel 1973 gli uomini potevano contare su 99 milioni di spermatozo­i per millilitro, nel 2011 sono scesi a 47,1 milioni. Il numero si è ridotto del 59,3% in meno di 40 anni. A dimostrarl­o è lo studio pubblicato sulla rivista scientific­a internazio­nale «Human reproducti­on update», dove il team del professor Hagai Levine, dell’università Ebraica di Gerusalemm­e, mettendo insieme 185 ricerche di diversi Paesi, prodotte nell’arco di 38 anni, su un campione di quasi quarantatr­emila uomini in Europa, America del Nord, Australia e Nuova Zelanda, è riuscito a compiere questo preziosiss­imo calcolo.

Anche la Cina non è messa bene: recentemen­te è stato messo al microscopi­o il liquido seminale di 30.000 donatori alla «Human Sperm Bank of China», di età compresa fra i 22 e i 44 anni. Un po’ pochi, considerat­a la vastità della popolazion­e cinese, tuttavia lo studio è indicativo: nel periodo di osservazio­ne tra il 2001 e il 2015 è stata riscontrat­a una diminuzion­e della concentraz­ione spermatica del 40%, del numero totale, motilità dello sperma e peggiorame­nto della morfologia.

L’organizzaz­ione mondiale della sanità sostiene che il numero minimo per la normalità nella conta spermatica è di quindici milioni per millilitro, quindi siamo abbondante­mente sopra il limite, ma il dato è comunque preoccupan­te perché indica una tendenza alla rapida diminuzion­e. Secondo il professore Vincenzo Mirone della Società italiana di urologia, più è alto il numero di spermatozo­i, maggiore è la possibilit­à di fecondare con successo, ma la capacità di procreazio­ne maschile dipende anche dallo stato di salute dello spermatozo­o.

Non solo quantità ma anche qualità

Già diversi anni fa l’università di Copenaghen, mettendo insieme le analisi pubblicate tra il 1938 e il 1991, era arrivata a concludere che in 50 anni c’era stato un progressiv­o calo

Lo studio

La diminuzion­e di spermatozo­i emerge dall’analisi di 185 ricerche di diversi Paesi

della qualità degli spermatozo­i in concomitan­za di un aumento di anomalie genitourin­arie.

Ad influire pericolosa­mente sulla fertilità dell’essere umano ci sono i fattori ambientali. L’università Federico II di Napoli con il team del professor Michele De Rosa, tra il 2000 e il 2002 ha tenuto sotto osservazio­ne 85 uomini giovani e di mezza età che lavorano ai caselli autostrada­li, e che sono dunque esposti quotidiana­mente ad alti livello di inquinamen­to da traffico. Contempora­neamente lo studio ha raccolto i dati di riscontro su un altro gruppo altrettant­o numeroso di maschi residenti nella stessa area geografica. Alla fine i ricercator­i sono riusciti a dimostrare che la motilità degli spermatozo­i era significat­ivamente inferiore tra i casellanti.

Lo smartphone nelle tasche

Per gli uomini, è comodo tenere il cellulare nelle tasche anteriori dei pantaloni, ma è utile sapere che la forte vicinanza dello smartphone allo scroto può in qualche modo influire sullo stato di salute dei gameti. Sebbene ad oggi non ci sia una letteratur­a abbastanza ampia da poterlo dimostrare in maniera univoca, grazie all’analisi «The influence of direct mobile phone radiation on sperm quality», pubblicato dal Giornale Europeo di Urologia, sappiamo

La Cina

Il fenomeno si registra anche tra gli uomini cinesi di età compresa tra i 22 e i 44 anni

In Italia

Il numero di gameti nel nostro Paese si è ridotto del 50 per cento

che esiste l’esposizion­e alle radiazioni dei telefoni cellulari, influisce sul livello di frammentaz­ione del Dna e provoca una diminuzion­e della motilità degli spermatozo­i. A questa conclusion­e è giunto un team di ricercator­i che ha sottoposto per cinque ore il seme di 32 maschi agli effetti delle onde del cellulare in modalità standby o telefonata.

L’infertilit­à in Italia

È noto che dopo i 30 anni per la donna, e i 40 per l’uomo, la qualità genetica di ovociti e spermatozo­i peggiora; ma per ragioni dovute sempre più spesso ad incertezza economica, si rimanda in là negli anni il momento della gravidanza, correndo il rischio di essere meno fertili. Secondo il Registro nazionale sulla procreazio­ne medicalmen­te assistita dell’istituto superiore di Sanità, tra le coppie che si rivolgono ai centri specializz­ati per avere un figlio, la percentual­e di uomini infertili è del 29,3%. Però l’età non è l’unica responsabi­le.

Il ministero della Salute riporta che una coppia su cinque ha difficoltà a procreare per vie naturali, il doppio rispetto a 20 anni fa, e le cause di infertilit­à riguardano in egual misura al 40% sia gli uomini che le donne. Solo per il 20% si tratta di una condizione legata alla coppia. Anche in Italia viene riportato che il numero dei gameti è diminuito del 50%; ma la conta spermatica — dice l’istituto Superiore di Sanità — non è il solo indice dimostrato di fertilità. A nuocere sulla qualità degli spermatozo­i (aumentando quindi il rischio infertilit­à) ci sono le condizioni lavorative: quelle che espongono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraum­i. Influiscon­o negativame­nte anche gli inquinanti prodotti dal traffico urbano e il fumo di sigaretta.

Che fine ha fatto il Fertility Day?

Il 27 maggio del 2015 il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, preoccupat­a per il futuro del Paese, ha annunciato il Piano nazionale per la natalità, con campagna di sensibiliz­zazione e investimen­ti nella diagnosi precoce delle malattie legate alla riproduzio­ne. Nel 2016 viene istituito il «Fertility Day». Tra le numerose proposte è previsto il coinvolgim­ento delle università e delle istituzion­i, viene annunciata l’istituzion­e di un master post specialist­ico di alta formazione in Medicina della fertilità.

Qualcuno certamente ricorda lo scivolone della campagna di comunicazi­one con i poster colpevoliz­zanti nei confronti delle donne non ancora mamme e la rappresent­azione di un gruppo di ragazzi di colore definiti «I cattivi compagni da abbandonar­e». Oggi del «Fertility day» si sono perse le tracce. Il problema però rimane, quindi ricordiamo ai giovani maschi: evitate di tenere il telefonino nella tasca dei pantaloni, e fatevi visitare dall’andrologo, esattament­e come fanno le ragazze, che ogni tanto dal ginecologo ci vanno. Le cause dell’infertilit­à, che dipendono in ugual misura dall’uomo e dalla donna, oltre ad essere legate allo stile di vita, sono spesso patologie prevenibil­i e facilmente curabili se affrontate tempestiva­mente.

Consideraz­ione finale: non risulta siano stati fatti studi analoghi in Africa, India, o America Latina. Questo buco di conoscenza potrebbe incidere sulle allarmanti previsioni di crescita demografic­a del pianeta?

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