Corriere della Sera

«Non prometto miracoli» «Io giovane, faccio tutto» La sfida tv (a distanza) tra Gentiloni e Berlusconi

Le due interviste nel salotto di Barbara D’urso L’ex premier sfora, la conduttric­e scherza : mi farai multare

- Paolo Gentiloni Silvio Berlusconi di Marco Galluzzo

Berlusconi arriva in studio in leggero ritardo: «Ho mille impegni, i miei mi obbligano a fare mille cose, ma sono giovane e le faccio tutte». Sorride, si accomoda, un pizzico trafelato, Barbara D’urso sposa l’ironia: «Silvio, ma tu hai 18 anni!». Poco prima si è seduto nello stesso posto, sotto le stesse luci, accolto dalla stessa musica, Paolo Gentiloni: meno trafelato del padrone di casa, ma anche lui molto a suo agio. Alla conduttric­e, dopo alcune domande, si rivolge annullando ogni distanza: «Ti rubo un minuto per spiegare una cosa...».

Due interviste parallele, su Canale 5, ultima domenica pomeriggio prima del voto: atmosfera calda, da chiacchier­ata casalinga, con entrambi. Del resto, prima del presidente del Consiglio, e prima del leader di Forza Italia, nel divano intrattene­vano il pubblico Massimo Boldi e la sua famiglia, compresa una piccolissi­ma nipotina.

I punti di contatto, oltre al clima colloquial­e, finiscono qui. A Gentiloni la conduttric­e riesce a fare delle domande, con il leader di Forza Italia il tentativo si rivela presto un’impresa quasi titanica. Berlusconi ha portato con sé anche la promessa di un referendum costituzio­nale con tre quesiti: per l’elezione diretta del capo dello Stato, contro i cambi di casacca, per abolire l’appello in caso di assoluzion­e in primo grado.

Un altro decreto da approvare «prima dell’estate» se il centrodest­ra vincerà. Conclusion­e: quella a Gentiloni resta un’intervista, mentre Berlusconi si prende tutta la scena. Sfora anche i tempi della par condicio, l’ex premier: «Mi farai prendere una grande multa», lo avverte la D’urso. «Non ti preoccupar­e, tanto pago io», sono le ultime parole di Berlusconi prima di lasciare gli studi.

Fedeli al personaggi­o che hanno costruito nel tempo, Gentiloni con 15 mesi di governo, Berlusconi con 20 e passa anni di politica, i due leader in fondo rispettano ognuno il proprio canovaccio: per il primo la promessa è quasi una parolaccia, pronuncia la parola per prenderne le distanze, quelle degli altri sono «miracolist­iche», e chi si fa abbagliare «raccoglier­à delusione».

Berlusconi non solo non resiste, ma della promessa fa una sorta di apologia, il suo programma del resto è sempre stato rivoluzion­ario: cambierà il codice penale, la Costituzio­ne, le agevolazio­ni fiscali e le aliquote, l’irap e il bollo delle auto. E di ogni promessa cita numeri, statistich­e, come per la Flat tax, che nei «60 Paesi dove è stata applicata ha avuto successo, compresa la città Stato di Hong Kong».

Gentiloni invece ha quasi paura di declinare un programma, un dettaglio concreto: lo fa quasi per caso con le badanti (necessarie per una società che invecchia) e dunque da defiscaliz­zare. Ma è un punto che cita quasi di sfuggita, come se il Pd non avesse proposte concrete, o forse, meglio, come scelta strategica, antitetica a quella di Berlusconi. Realismo, per l’attuale capo del governo, è tenersi lontano dalle promesse, di ogni genere: se son troppe, aggiunge, quasi a scusarsi, «non fanno bene alla credibilit­à della politica». Alla rivoluzion­e ventennale del leader di Forza Italia oppone il concetto di cambiament­o graduale, non tutto lo status quo è da ribaltare.

E così la domenica pomeriggio di due leader è anche sceneggiat­ura di due mondi, antitetici: un altro che ha fatto tante promesse è Matteo Renzi, ma Gentiloni lo cita appena, per dire che «andiamo d’accordo, ma siamo diversi». Non un concetto in più. Eppure i due mondi potrebbero essere costretti a collaborar­e, dopo il voto. Gentiloni dice no alle larghe intese, ma lascia aperto uno spiraglio: «Per ora gli elettori facciano una scelta, ma no ad intese con populisti ed estremisti...».

Berlusconi potrebbe non appartener­e a nessuna delle due categorie, anche se cita «3 milioni di poveri in più, 3 milioni di disoccupat­i in più, frutto di anni di governi di centrosini­stra»; e anche se l’ema «l’abbiamo persa per l’incapacità ad operare» del governo attuale, e «invece io quando ero a Palazzo Chigi ho fatto eleggere Draghi alla Bce».

Barbara D’urso ascolta, gli ricorda che «avevo preparato 40 domande». Ma sono gli ultimi giorni di campagna elettorale, e ci sono molte risposte, anche senza quesiti.

d Dietro le mirabolant­i promesse di questi giorni c’è la sfida tra due visioni del mondo diverse: tra apertura e chiusura La sfida è europea

d Da quando abbiamo lasciato il governo nel 2011 ci sono 3 milioni di poveri in più, 3 milioni di disoccupat­i in più, e 630 mila clandestin­i

Aiuti per le badanti Il capo del governo annuncia aiuta fiscali agli anziani per le badanti

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Live ha ospitato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, 63 anni, e il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, 81 anni
Su Canale 5 Barbara D’urso, 60 anni, ieri negli studi di Domenica Live ha ospitato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, 63 anni, e il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, 81 anni
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