Il vento fa crollare un traliccio Venezia isolata per otto ore
Bloccato il Ponte della Libertà, tragedia sfiorata. Freddo record da Nord a Sud
A sradicarlo è stata una ventata di bora più forte delle altre che ha piegato quel traliccio, alto una quindicina di metri, che sorregge un cartello delle segnalazioni stradali, finito poi sull’asfalto del Ponte della Libertà a Venezia, l’unico collegamento per le auto tra Mestre e la città lagunare, isolata dalla terraferma per tutto il giorno.
Erano le 11 della mattina «e se non è successo niente — spiega Silvano Vernizzi, il direttore di Veneto Strade, l’ente che ha in gestione l’infrastruttura — è stata solo questione di fortuna: in quel momento non stavano passando auto». La prontezza di riflessi dell’autista di un bus, riuscito a frenare a una manciata di metri dal pilone, ha evitato il peggio. Ma quel che è successo a Venezia è solo una delle conseguenze del «grande freddo» che da ieri (con l’arrivo di Burian, il vento gelido dalla Siberia) sta stringendo in una morsa l’italia del Nord e del Centro. Temperature repentinamente all’ingiù, anche di dieci gradi. Nevicate abbondanti a bassa quota. A Torino il prato dello Juventus Stadium si è imbiancato nel giro di un’ora, diventando impraticabile e facendo saltare la partita con l’atalanta.
Freddo, precipitazioni e un meteo che peggiorerà almeno sino a mercoledì, hanno indotto molti Comuni a chiudere le scuole: è successo praticamente ovunque nell’alta Irpinia, in molte città dell’abruzzo, in decine di borghi nell’appenino tosco-emiliano, in Gallura e anche in diverse cittadine sulla costa adriatica, raggiunta per prima dal gelo siberiano.
Mentre viene organizzata ovunque l’assistenza agli homeless e gli allarmi delle protezioni civili regionali si susseguono da Nord a Sud — l’invito agli automobilisti in viaggio è quello di utilizzare gomme da neve e catene — arrivano le preoccupazioni per i danni. Confagricoltura parla di «sofferenze per le coltivazioni al gelo, tanto per gli alberi da frutto che per gli ortaggi». Senza contare i costi, moltiplicati per riscaldare le serre.
A Venezia restano i disagi per il blocco della circolazione dovuta al crollo del traliccio, durata otto ore. Non sono esclusi problemi al traffico anche nei prossimi giorni. Il motivo lo spiega il comandante della polizia locale Marco Agostini che, su richiesta della Procura, ha messo sotto sequestro il pilone e il tratto d’asfalto su cui si è abbattuto. «Il punto è che la caduta ha danneggiato un cavo elettrico — dice il vigile urbano — lungo circa 800 metri, della linea tramviaria». Si cercherà di sostituirlo al più presto, «ma c’è un rischio sicurezza da tenere presente» e i tempi dell’intervento non sono chiari. Il pilone venne sistemato nel 1998, «non è escluso che sia rimasto danneggiato nei lavori di costruzione della linea tramviaria, cinque o sei anni fa» è l’ipotesi del direttore di Veneto Strade, Vernizzi. Il sindaco Brugnaro ha sollecitato «una veloce e puntuale verifica dei piloni su tutta la tratta: fatti del genere non devono più ripetersi».