Merkel fa spazio al «nemico» Spahn E accontenta l’ala destra del partito
La cancelliera annuncia i ministri Cdu per la Coalizione. Il nodo del referendum Spd
BERLINO La prima cosa che viene in mente è che Angela Merkel si sia ispirata a Barack Obama e al suo Team of Rivals, la squadra di rivali che caratterizzò la prima amministrazione, dove sull’esempio di Lincoln nominò generosamente il suo principale avversario, Hillary Clinton, a un posto chiave del governo.
Ma la suggestione è ingannevole. Scegliendo infatti Jens Spahn, capofila dei suoi critici, come ministro della Sanità nell’eventuale Grosse Koalition, la cancelliera cede piuttosto alle pressioni dell’ala conservatrice della Cdu, nel tentativo di placarne la crescente insoddisfazione e la mal celata insofferenza verso la sua leadership. Detto altrimenti, è una scelta che certifica la fine del suo dominio incontrastato sul partito.
Eppure, ancora una volta, Merkel conferma il suo machiavellismo, affidando a Spahn il ministero forse più complesso e difficile da gestire: la sanità è infatti il tema sul quale il patto di coalizione tra Cdu-csu e Spd è più vago, con i socialdemocratici decisi a fare
le prime prove per un’assicurazione medica universale, considerata invece tabù dai cristiano-democratici. Come ha commentato un deputato della AFD, quel posto «è una punizione per un vero conservatore come Spahn».
Pure, nonostante abbia appena 37 anni, il futuro ministro può invocare dalla sua una lunga esperienza come portavoce del gruppo parlamentare della Cdu-csu per i problemi della salute. E non saranno certo le difficoltà del compito a frenarne l’ambizione di stare nella partita per la successione ad Angela Merkel. Punzecchiata da diversi giornalisti sul tema, la cancelliera ha risposto che le osservazioni critiche al suo lavoro «non sono un problema» e comunque da Spahn ha avuto «l’impressione che la sua priorità è affrontare i problemi nell’interesse della Germania».
Il resto della squadra di governo, annunciata ieri pomeriggio dalla cancelliera, conferma la mescola di esperienza e rinnovamento che aveva promesso nei giorni scorsi: «Con questi nomi possiamo affrontare il futuro», ha detto Merkel. Oltre a Spahn le altre novità sono quelle di Anja Karliczek, 46 anni, fin qui semplice deputata del Nord-reno Vestfalia, indicata a sorpresa come futura ministro dell’istruzione e della Ricerca e di Julia Kloeckner, 45 anni, che dal Palatinato verrà a Berlino come responsabile dell’agricoltura. Cambia posizione il fedelissimo Peter Altmaier, finora capo della cancelleria e ora destinato al ministero dell’economia e dell’energia. Al suo posto andrebbe Helge Braun, che da sottosegretario fin qui si è occupato dei rapporti tra il governo centrale e i Land. Confermata alla Difesa Ursula von der Leyen, nonostante sia stata molto criticata nel partito, alla quale Merkel ha sentito il bisogno di assicurare il suo «pieno appoggio».
Dei sei futuri ministri della Cdu, tre quindi saranno donne, oltre alla cancelliera. E anche questa è una novità, al punto che Merkel ha dovuto annunciare che nella scelta dei sottosegretari gli uomini saranno presi in maggior considerazione. Questa mattina Merkel presenterà la lista dei ministri designati e il patto di coalizione al Congresso straordinario della Cdu, in programma a Berlino, per averne l’assenso. Non si annunciano problemi di sorta, tanto più dopo queste concessioni alla spinta per il rinnovamento.
Sullo sfondo, resta la minaccia dell’esito del referendum postale sulla Grosse Koalition, in corso tra i 460 mila militanti della Spd, i cui risultati saranno resi noti domenica. I fautori dell’alleanza con la Cdu-csu potrebbero vincere. Ma potrebbero anche perdere. Se andasse così, la governabilità del primo Paese d’europa verrebbe affossata da meno dell’1% di quanti hanno votato in settembre.