Tregua fallita «Il regime sta usando armi chimiche»
Torna con forza l’accusa al regime siriano di utilizzare armi chimiche contro i civili e i gruppi ribelli. L’allarme giunge a meno di 24 ore dalla risoluzione Onu per il cessate il fuoco di trenta giorni in Siria. Lo lanciano da Ghouta, il quartiere alle porte di Damasco assediato dai soldati di Bashar Assad sostenuti da russi e iraniani. Secondo l’associazione medica siriano-americana, che sostiene alcune strutture sanitarie nel quartiere devastato, e l’osservatorio siriano per i diritti umani sarebbero stati rilevati segnali di intossicamento per gas al cloro in 13-16 civili. Inoltre un bambino sarebbe deceduto. Le stesse organizzazioni ripetono che sono notizie che vanno ancora confermate. Non sarebbe la prima volta che l’esercito di Bashar Assad ricorre alle armi chimiche tirate in modo indiscriminato sulle zone dove agiscono i ribelli. Già nel 2013 l’onu aveva confermato l’uso di armi non convenzionali da parte del regime ad Aleppo e nella stessa Ghouta. Oltre al cloro in quei casi sarebbe stato usato anche gas Sarin. Il cessate il fuoco appare in ogni caso estremamente debole. In una settimana di attacchi su Ghouta sarebbero deceduti circa 530 civili, tra cui 130 bambini. In queste ore sono diminuiti i bombardamenti convenzionali, ma sono in corso offensive di terra contro i gruppi jihadisti asserragliati nel quartiere. Da Teheran i comandi militari chiariscono che non ci sarà tregua in questa battaglia. Anche da Ankara si specifica che la risoluzione Onu non si applica nel caso dell’enclave curda di Afrin nel Nord del Paese.