Corriere della Sera

La rivincita (politica) dei ricci «afro» Black Panther ispira le donne nere

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avere gli occhi azzurri, e i capelli biondi.

Molti anni dopo, Morrison scrisse il suo primo libro, e lo chiamò «L’occhio più azzurro» (edito in Italia da Frassinell­i): «Una bambina nera vuole gli occhi azzurri di una piccola bianca, e l’orrore al centro del suo desiderio è superato soltanto dalla crudeltà della sua realizzazi­one». O dell’impossibil­ità della sua realizzazi­one. «Chi, guardandol­a, l’aveva trovata così limitata, un peso così leggero sulla bilancia della bellezza?», si chiese Morrison.

Ha dedicato la vita a raccontare la vita e le esperienze delle donne afroameric­ane, e un tema centrale di tutta la sua opera è stato proprio la rappresent­azione che le donne nere fanno di se stesse, la rappresent­azione che ricevono, di sé, dai media. L’impossibil­ità di schiarire gli occhi e le sofferenze per stirare i capelli, schiarirli, per allontanar­si da quell’immagine nello specchio che hanno imparato a vedere come limitata, brutta, e per avvicinars­i più possibile al modello dei bianchi.

Un tema umano, letterario, e politico: che è tornato sulla scena con forza grazie a una rivoluzion­e, non piccola, che si è abbattuta sui cinema prima Successo

● Il film diretto da Ryan Coogler basato sul supereroe nero della Marvel «Black Panther» ha incassato mezzo miliardo negli Usa americani e poi del resto del mondo: in queste ore, il film sul supereroe nero «Black Panther» si appresta a superare in scioltezza la soglia del mezzo miliardo di dollari incassato (solamente negli Stati Uniti), e sarebbe un errore definire il successo della «pantera nera» come, sempliceme­nte, una questione artistica.

Hollywood è da sempre restìa a affidare produzioni di kolossal a storie di neri raccontate da registi neri, vedi la carriera complicata di Spike Lee. E ha raschiato il fondo del barile di tutti i supereroi possibili prima di girare un film sull’unico supereroe nero, Black Panther. Doveva essere un prodotto di budget medio-alto e di successo medio, è diventato un caso globale. Lunghe file davanti ai cinema, i giornali che prendono atto che per l’eroe nero di una nazione africana inventata dai creatori del fumetto c’è un pubblico enorme, pubblico che ha preferito «Black Panther» a quella specie di «Dream Team» di supereroi di «Justice League» con Batman, Wonder Woman, e Flash (tra gli altri) che avrebbe dovuto essere, nelle previsioni, il vero successone.

Il New York Times ha pubblicato l’editoriale di una studiosa afroameric­ana, Tiya Miles, docente di Cultura americana e storia alla University of Michigan, che racconta la storia del rapporto, difficile, con i suoi capelli, i tentativi comuni a tutte le donne afroameric­ane di domarne i ricci, i prodotti chimici, il senso di inadeguate­zza, fino alla scelta di portarli nel modo più natural possibile. Per la professore­ssa Miles, «Black Panther» è più di un bel film ispirato a un fumetto: è la prova che tutte le donne del cast, con i loro capelli «afro», sono un simbolo e una fonte di orgoglio per tantissime afroameric­ane che vivono difficolto­samente il rapporto con i loro capelli, e il contrasto con le immagini mediaticam­ente più diffuse di bellezza.

Rompere l’associazio­ne tra capelli lisci e chiari e l’idea dominante di bellezza è complicato: anche un film così popolare, che avrà certamente un seguito, può aiutare. Ecco allora che nelle gallerie d’arte vince — e rimbalza on line — la mostra «Afro Art» con le foto delle bambine con dei magnifici testoni di capelli «afro», orgogliosa­mente ricci, che avranno indubbiame­nte emozionato tantissime donne nere.

Ecco allora Lupita Nyong’o in «Black Panther» con un taglio già imitato dalle ragazze e diventato di riferiment­o per tanti parrucchie­ri. Vedere Angela Bassett con una criniera di treccine imbiancate dall’età; Letitia Wright con le trecce in libertà; Danai Gurira rasata a zero, con grinta. Vedere tutte queste attrici trionfare al botteghino, magari non farà indignare un futuro premio Nobel, come accadde a Morrison. Ma farà bene a tantissime bambine che si guardano allo specchio e pregano, il giorno dopo, di svegliarsi bionde.

 ??  ?? Protagonis­te Una scena del film «Black Panther»: Nakia e Shuri, interpreta­te da Lupita Nyong’o e Letitia Wright, si preparano a combattere
Protagonis­te Una scena del film «Black Panther»: Nakia e Shuri, interpreta­te da Lupita Nyong’o e Letitia Wright, si preparano a combattere
 ??  ?? Modelli ● Angela Davis, attivista politica, oggi 74enne
Modelli ● Angela Davis, attivista politica, oggi 74enne
 ??  ?? ● La scrittrice premio Nobel Toni Morrison, 87 anni
● La scrittrice premio Nobel Toni Morrison, 87 anni
 ??  ?? ● L’attrice Whoopi Goldberg, 62 anni
● L’attrice Whoopi Goldberg, 62 anni
 ??  ?? ● La campioness­a di tennis Serena Williams, 36
● La campioness­a di tennis Serena Williams, 36

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