IL REPORTAGE
L’ISOLA DIVISA
● Dal 1994 la Commissione Ue ha finanziato 540,5 milioni di euro in aiuti nei Caraibi, di cui 378,3 destinati ad Haiti. Dal 2015 al 2017, sono stati destinati 14,1 milioni di euro alla regione
INORD AMERICA
SUD AMERICA REP. DOMINICANA
Santo Domingo l dottor Victor Moya Franco si muove sbrigativo per le camere dell’ospedale. I muri sbrecciati avrebbero bisogno di una ripulita e sulle pale dei ventilatori fa nido la polvere. Le infermiere, però, sorridono accoglienti e le pazienti del reparto maternità sembrano riconoscenti. Siamo in Repubblica Dominicana, ma molte vengono da Haiti, a pochi passi da qui. Sanno che all’ospedale Ramon Matias Mella di Dajabón si partorisce gratis, in sicurezza. E se serve, c’è pure il latte in polvere garantito per sei mesi, così non si passa il virus Hiv al bambino, «anche se molte pensano sia solo stregoneria» sussurra l’infermiera.
«Abbiamo uno staff di 189 persone, di cui 38 medici. Sessanta letti e 100 pazienti al giorno», dice il direttore, 56 anni. È originario del Paese, 30.000 abitanti, ma da ragazzino si arruolò nell’esercito per poter studiare medicina a Santo Domingo, la capitale a cinque ore da qui: è diventato colonnello ed epidemiologo, quando l’anno scorso è andato in pensione gli hanno chiesto di tornare a casa, il confine più caldo dei Caraibi, per gestire quest’ospedale di frontiera. «Perché qui può davvero succedere di tutto — assicura —. Una nuova epidemia di colera, un terremoto devastante. Dobbiamo essere pronti ad accogliere centinaia di pazienti, dominicani e haitiani, dall’altra parte del confine c’è poco e nulla».
Basta fare pochi metri per capire di cosa sta parlando. Alle spalle dell’ospedale scorre il fiume Dajabón, linea di frontiera naturale fra i due Stati di Hispaniola: di là l’instabile e poverissima Haiti, devastata dal sisma del 2010 e gli ospedali dominicani di frontiera dove arrivano oggi soprattutto donne incinte (il 45% delle partorienti è di Haiti). L’ultimo caso di colera è del 2016