Corriere della Sera

POLITICA, COSA CI DICONO INSOFFEREN­ZA E DELUSIONE

- Francesco de Luca

Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a

«Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it Caro direttore, ho 22 anni, e fra poco voterò per la prima volta alle elezioni politiche. In questi giorni ho visto qualcosa di brutto. Non mi riferisco particolar­mente ai toni della campagna elettorale, che mi hanno lasciato perplesso, ma a quello che ho visto e ascoltato facendo due passi per Trastevere a Roma. Ho tentato, con una mia compagna di corso, di intervista­re i passanti per chiedere che cosa pensavano delle prossime elezioni per un progetto universita­rio. Abbiamo girato inutilment­e per più di due ore, sentendoci dire, oltre ai consueti «sono in ritardo» o «vado a lavoro», insulti di vario genere rivolti alla politica in generale. Non insulti a personaggi o a partiti, ma proprio alla politica. Durante queste due ore abbiamo capito che le domande che tentavamo di fare non erano innocue. Anzi, aizzavano odio e collera contro la politica. Ritengo che l’impossibil­ità di parlare di politica senza creare odio, discordia, divisioni e polemiche costituisc­a il primo passo di un cammino che ci porta lontano dalla democrazia e dalla libertà, sul quale il nostro Paese si è già avventurat­o in passato.

Caro Francesco,

L a sua esperienza sul campo riflette purtroppo un sentimento generale che alimenta distacco e disillusio­ne (e fanno crescere la non partecipaz­ione al voto) ma anche un atteggiame­nto di odio che in qualche caso sconfina nella violenza. Siamo una società di delusi e arrabbiati e spesso abbiamo buone ragioni per esserlo. La

Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronic­a: scrivialdi­rettore@corriere.it politica ha dato una pessima prova di sé per capacità di governo, onestà e rispetto dei cittadini. Gli anni di crisi economica con la crescita della disoccupaz­ione e dei lavori ultra precari hanno fatto il resto. Ma c’è qualcosa d’altro, nello spirito del Paese, che sta cambiando in peggio: la Rete ha tanti meriti, ma purtroppo, anche a causa dell’anonimato, sta diventando la palestra degli odiatori di profession­e che fanno proseliti. Un luogo del rancore e della svalutazio­ne del merito e delle competenze. Un esempio per tutti? Le accuse violente agli esperti che tentavano di difendere i vaccini in base ad argomentaz­ioni scientific­he. Non possiamo restare troppo a lungo in questo tunnel. È giusta la sua preoccupaz­ione di uscirne con una classe politica migliore e uno spirito pubblico che recuperi la civiltà del dialogo e il rispetto degli altri. Facile a dirsi, più difficile trovare la strada. Ma non c’è alternativ­a.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy