Corriere della Sera

Ortensia e le altre, la libertà delle donne di Roma

- Di Alice Patrioli

Roma, I secolo a.c.: 1.400 matrone vengono obbligate a contribuir­e alle spese militari, in loro difesa si alza la voce di Ortensia, figlia dell’oratore Quinto Ortensio Ortalo e oratrice lei stessa. La sua argomentaz­ione suona lucida, coerente e attuale: perché le donne dovrebbero pagare per le spese di una guerra condotta dagli uomini quando sono escluse da ogni incarico pubblico? La voce di Ortensia è una delle prime che s’incontrano nel volume Donne di Roma (Rizzoli) di Michela Ponzani e Massimilia­no Griner: nelle pagine del saggio, avvincente e ben documentat­o, si susseguono ritratti di donne che dall’antichità fino ai nostri giorni hanno vissuto, amato, sofferto e combattuto nella città dei Cesari e dei Papi.

L’universo femminile di Roma a volte prende corpo e nome — quello di Bellezza Orsini, processata per stregoneri­a o di Beatrice Cenci, condannata per parricidio — ma più spesso resta nell’anonimato delle generazion­i di donne sottoposte all’arbitrio degli uomini: giovani madri costrette ad abbandonar­e i propri figli perché nati fuori dal matrimonio, mogli richiuse nei manicomi dai mariti perché il loro comportame­nto non corrispond­eva a quello prescritto dalle norme sociali. Bisogna attendere il 1848, con la sua portata rivoluzion­aria, perché le donne romane sperimenti­no una libertà di parola e di pensiero mai conosciuta prima e i giorni della Repubblica romana per vederle prendere posto sulle barricate in aiuto degli insorti.

Lo stesso coraggio, benché accompagna­to da un dilemma interiore ben più complesso, anima le partigiane che combattono nei Gap: tra tutte, Maria Teresa Regard, nome di battaglia «Piera», e Carla Capponi, insignita della medaglia d’oro al valor militare. Nella Resistenza le donne combattono non solo per la liberazion­e dal nazifascis­mo ma per una liberazion­e, più ampia e completa, dallo stato di minorità imposto loro dalla società maschile.

Nella Roma e nell’italia del dopoguerra la partecipaz­ione femminile all’attività politica è ormai avviata e porterà a importanti conquiste sociali. È del 1963 la legge che stabilisce la possibilit­à per le donne di accedere a tutte le carriere e le profession­i pubbliche: la voce non di una, ma di molte Ortensie potrà di nuovo farsi ascoltare.

 ??  ?? Donne di Roma. La lunga strada dell’emancipazi­one femminile nella città eterna di Michela Ponzani e Massimilia­no Griner, è edito da Rizzoli, pp. 308, 20
Donne di Roma. La lunga strada dell’emancipazi­one femminile nella città eterna di Michela Ponzani e Massimilia­no Griner, è edito da Rizzoli, pp. 308, 20

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