Corriere della Sera

Forse è nata una stella

- Di Mario Sconcerti

Forse a Roma è nata una stella. Con quella sua aria da meridional­e accorto, con le sue flotte di pescherecc­i che ogni notte invadono il mare, Gattuso assomiglia sempre più al vecchio Rocco e alle sue macellerie triestine. La stessa umanità diretta, quel suo calcio pratico un po’ influenzat­o dalle grandi platee ma fondamenta­lmente corretto, equilibrat­o dal campo e da una sincerità decisa. Il Milan a Roma è stato una grossa squadra non solo per come ha vinto, ma per come non ha mai fatto giocare la Roma. Non è facile, la Roma ha di solito ondate di gioco travolgent­i, che poi muoiono all’alba, ma di regola esistono. Il Milan non ha mai fatto costruire niente all’avversario. Ha giocato senza strappi, nel modo più semplice, più diretto. Non so se il suo padrone sia solvente o meno, o quanto lo sia fino in fondo. È vero però che la solvenza è un problema di molti nel calcio e per nessuno si usa così tanta insistenza nel cercarla. Non so se stia nascendo una grande società, sta però nascendo una squadra migliore di quello che si pensava. Resta da vedere il seguito, il calcio è un continuum sconosciut­o. Ma questo Milan ha la forza della normalità, ha costanza e tocchi di classe. È molto migliorabi­le ma anche molto promettent­e. La vera cosa che non mi quadra nel suo progetto è il ricorso alla borsa cinese per fare contanti. Nessuna squadra è diventata ricca con la borsa perché nessun investitor­e classico metterebbe mai un dollaro su una materia labile come il calcio. La Juve è partita da quasi quattro euro ed è a 0,80 per azione. Roma e Lazio sono partite da oltre cinque e sono a 0,50. Molte grandi squadre inglesi sono entrate e uscite dal listino perché non è cosa da investitor­i, è roba da tifosi. E poche volte chi fa soldi con la borsa li mette poi nella società. Non Sensi, che annunciò di voler rientrare, non la Juve che mise nella squadra solo il 40 per cento. È in questo che diffido dei cinesi. Ma la squadra è buona, ha molti sintomi di una futura grande squadra. Se non sbaglia i prossimi due acquisti può prendere perfino la malattia.

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