Lazio, il grande ritorno Milinkovic e Immobile avvertono Milan e Juve
Inzaghi risparmia molti titolari, batte il Sassuolo ed è 3°
Si è fermata per una ventina di giorni, ha ripreso fiato e perso qualche incontro, ma ora che è ripartita la Lazio va meglio di prima. Perché è terza, segna tanto, com’è sempre successo (10 gol in 7 giorni tra campionato ed Europa League), e fa anche risparmiare energie ai titolari. Contro il Sassuolo sono rimasti fuori per scelta molti giocatori ritenuti imprescindibili fino a poche settimane fa: De Vrij, Luis Alberto, Parolo, Lulic. L’anima della squadra, insomma, tutta in panchina. È l’ultima frontiera del laboratorio Inzaghi: ho troppe partite importanti, devo dare spazio anche a quelli che a certi livelli sembrano, o meglio sembravano, improponibili. Il risultato? Un bel 3-0 in trasferta, contro un avversario avvelenato e forse spaventato dal rumore delle inseguitrici e dall’ombra della B. Un avvertimento ai prossimi rivali: mercoledì il Milan, sabato la Juve.
Non c’è mai stata partita, perché quel campione in continua ascesa di Milinkovic-savic l’ha indirizzata dopo sette minuti con un gol fantastico (forse agevolato da un tocco di Magnanelli) e il Sassuolo si è spento subito: il primo vero tiro in porta l’ha fatto Adjapong a metà ripresa, sul 3-0. In mezzo a questi due episodi si è vista solo la Lazio, che — senza strafare — ha raddoppiato con un rigore di Immobile e ha chiuso la gara all’alba della ripresa con un colpo di testa ancora del serbo, ma soprattutto non ha mai rischiato di subire il pareggio. L’unico appiglio lasciato al Sassuolo è proprio in quel penalty che Manganiello ha assegnato tre minuti dopo il fallo di mano di Peluso,
consultando la Var. L’episodio è controverso, la volontarietà dubbia: se vale la regola secondo cui una decisione si cambia in caso di grave errore dell’arbitro, sarebbe stato meglio lasciar perdere.
Immobile nella stagione ha segnato 32 volte in 32 partite: come dire che con lui si comincia da 1-0. Milinkovic-savic in campionato è arrivato a quota nove, miglior centrocampista (anche) in zona gol, e cinque di queste reti le ha fatte da fuori area, come Dybala. Grazie a loro, e al rinvio di Juve-atalanta, la Lazio è tornata ad avere l’attacco migliore della A. Ma in una giornata così lo sguardo cade anche su altre facce, tipo Luiz Felipe che la scorsa stagione era riserva nella Salernitana in B e oggi è destinato a diventare l’erede di De Vrij, oppure il prodotto del vivaio Murgia o il rinato Felipe Anderson.
La favola della Lazio continua, quella del Sassuolo vive il suo momento più inquietante. Cinque sconfitte e tre pareggi in otto partite, un tracollo dopo la vittoria sull’inter: il terzultimo posto è appena a tre punti e, alle porte, ci sono le sfide con Chievo e Spal, diventate quasi drammatiche. Il progetto vacilla, assieme al talento di Berardi che ne era il simbolo e che è stato espulso (via Var) per un calcione.