Gravina lancia le sue riforme per il calcio
Cinquantasette pagine attraverso 9 punti e come stella polare la sostenibilità del sistema. Gabriele Gravina, presidente della Legapro, è stato il primo a muoversi per rilanciare il calcio. Il suo documento, meno di un mese dopo l’elezione federale andata come è andata, cioè male, vuole essere un primo tema di confronto con le altre componenti e un assist per il commissario Fabbricini. Il piano parte dalla riforma dei campionati. L’area professionistica sarebbe ridotta a 40 squadre, 20 in A e 20 in B. L’innovazione sarebbe il semiprofessionismo in Legapro, che consentirebbe diversi e maggiori sgravi fiscali e garantirebbe la possibilità di andare avanti con l’attuale format: tre gironi da 20. I calciatori farebbero la loro parte. Tommasi aveva dato la disponibilità a parlare della cosiddetta «flessibilità contrattuale» inserita al punto nove del piano di Gravina. In altre parole la possibilità di tagliare del 30 per cento l’ingaggio dei giocatori nelle squadre retrocesse. Un modo, inedito, per condividere il rischio di impresa. Salvo poi il ripristino delle vecchie condizioni nel caso di immediata promozione. Il programma spazia a 360 gradi e tocca vari punti come l’apprendistato sportivo per i giovani calciatori sulla falsariga di quello professionale nel mondo del lavoro; i ricavi da scommesse attraverso la rivendicazione di diritti oggi utilizzati senza consenso; l’introduzione delle seconde squadre in Legapro sul modello della Liga spagnola, cioè senza promozioni ma con le retrocessioni; premi di valorizzazione da pagare subito e non l’anno successivo; il rating di qualità (a punti), già introdotto in serie C da questa stagione, più come strumento di moral suasion che punitivo e che, andandosi a affiancare al sistema delle licenze nazionali, misurerebbe con maggior precisione lo stato di salute economica dei club. «Il nostro è solo un punto di partenza. Numeri e percentuali possono essere riviste attraverso una discussione seria», fa sapere Francesco Ghirelli, segretario generale della Lega di Firenze. Ora Gravina intende mettere allo stesso tavolo tutte le componenti e conta che sia più facile senza l’acrimonia della campagna elettorale. Poi girerà tutto a Fabbricini.