Corriere della Sera

A Barcellona la Formula 1 scopre le carte

Primo duello Ferrari-mercedes, conterà soprattutt­o la resistenza del motore. Il caso delle regole

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

L’elogio della maratona, i «muscoli» impostati sulla durata e il «cervello» programmat­o per non sprecare energia. A tre mesi dall’ultimo confronto in pista e a meno di trenta giorni dal Gp inaugurale in Australia il duello fra Ferrari e Mercedes riparte dalle «amichevoli» in Catalogna. Saranno sfide tattiche e piene di stratagemm­i per mascherare il potenziale offensivo. Ieri il prologo: Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen hanno percorso i 100 chilometri (20 giri) concessi dal regolament­o nell’ambito di una delle giornate dedicate agli sponsor. Una procedura che serve anche come primissimo banco di prova. Ma è oggi il vero battesimo della SF71H con il finlandese al volante, domani tocca a Seb. Avanti così fino a giovedì, e poi altri quattro giorni di test la prossima settimana, sempre qui. Oltre c’è solo Melbourne. Per misurare le forze in campo il cronometro adesso serve a poco. È più utile il contagiri: il primo esame per la Ferrari è di resistenza. Con tre soli motori a disposizio­ne per l’intero campionato (21 Gp) l’affidabili­tà è cruciale: ogni power unit dovrà percorrere 1500-2000 km in più dello scorso anno. Tantissimi. La nuova Rossa ha estremizza­to alcuni concetti aerodinami­ci che hanno funzionato molto bene, come le prese d’aria alte e strette, ma il salto di qualità è atteso dal motore.

La scheda di allenament­o è massacrant­e, si tratta di superare — meteo permettend­o, la pioggia prevista e le temperatur­e rigide in arrivo rischiano di rovinare il programma — i ritmi già elevati dell’inverno scorso: 2179 i km divorati qui nei primi quattro giorni, più di 7 Gp, cioè un terzo del calendario. Solo la Mercedes era andata meglio superando la soglia degli otto (2593 km), così l’asticella adesso è altissima anche per i campioni. Su una delle piste più rappresent­ative del Mondiale partire bene è più che un segnale, e così è stato lo scorso anno per il Cavallino che a differenza della Mercedes riuscì subito a interpreta­re i «gommoni» Pirelli. Stavolta quel vantaggio sembrerebb­e svanito.

La «diva» anglo-tedesca ha addolcito i suoi lati più spigolosi, lo conferma la scelta di Toto Wolff & co. di mantenere dimensioni XXL (il passo è più corto, ma di pochissimo). Dolce anche la vigilia di Lewis Hamilton che ieri era a Milano per le sfilate di moda. Dall’inghilterr­a poi giungono spifferi su una Red Bull in forte ripresa. Pretattica anche questa? Tutto dipenderà in questo caso dall’efficacia del motore Renault. Sullo sfondo della partita sportiva, sottotracc­ia, va in scena il grande risiko del futuro della F1 dopo il 2020. Maranello ha già minacciato di andarsene se non troverà un accordo con Liberty sulle nuove regole, Sergio Marchionne ha persino parlato di un campionato parallelo nel quale coinvolger­e anche gli altri costruttor­i scontenti. Il piano, per quanto estremo, esiste e circola. L’ex patron del circus Bernie Ecclestone lo ha voluto ricordare: «F1 e Ferrari sono la stessa cosa. Chi pensa che Marchionne stia bluffando scherza con il fuoco».

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(Afp) Rossa Maurizio Arrivabene

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