«Sanremo Young» e l’onda lunga del successo di Baglioni
Alla faccia di tutte le profezie sulla morte della tv, Rai1 è più viva e vegeta che mai. Curioso come la rete ammiraglia del servizio pubblico stia vivendo un periodo di piena sintonia con il suo pubblico, un allineamento riuscito nel gusto estetico e nella scelta dei temi prioritari, soprattutto nel campo dell’intrattenimento.
Dall’inaspettato successo del Festival di Sanremo in avanti, qualsiasi cosa Rai1 programmi pare funzionare, anche a scapito delle sorelle Rai2 e Rai3. Sull’onda lunga del successo di Claudio Baglioni, per una sorta di «effetto alone» (un fenomeno psicologico per cui generalizziamo una singola percezione positiva), sembra proponibile persino «Sanremo Young», una specie di talent show per giovanissimi cantanti costruito intorno alla scuderia Lucio Presta, con Antonella Clerici alla conduzione e Gianmarco Mazzi alla direzione artistica, più una variegata giuria di ex giudici di altri talent, ex veline, cantanti, opinionisti e varia umanità (venerdì, 21.25)
Quattro prime serate in diretta dal palco dell’ariston (e uno s’immagina tutto l’indotto nel Ponente ligure aggrappato agli ascolti di Rai1) alla ricerca di giovani talenti musicali che si sfidano interpretando cover di grandi successi sanremesi del passato. Ricorda qualcosa? Sì, forse perché sono dieci anni, dal 2008 di «Ti lascio una canzone», che Antonella Clerici conduce lo stesso programma cambiandone giusto il titolo.
Quello dei bambini alle prese con canzoni da adulti è ormai diventato un genere canonizzato, nonostante si cerchi di modernizzarlo con le Instagram stories, alla ricerca di followers più che di opportunità discografiche. In «Sanremo Young» si alza un po’ l’età dei concorrenti, forse anche per aggirare le polemiche del passato, ma ascoltare adolescenti e pre-adolescenti alle prese con l’effetto nostalgia dei classici di Sanremo resta qualcosa di molto straniante.