A Seul l’ultima medaglia: Kim apre al dialogo con gli Usa
Successo diplomatico in chiusura dei Giochi olimpici invernali per il capo di Stato sudcoreano Moon
Un’altra medaglia al valore diplomatico per il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Parlando con la delegazione nordcoreana alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, Moon ha raccolto la «piena disponibilità» di Kim Jong-un ad «aprire il dialogo con gli Stati Uniti». La notizia è stata diffusa dalla presidenza della Repubblica sudcoreana e andrà verificato se ci siano precondizioni, bisognerà vedere quello che i nordcoreani vorranno mettere sul tavolo dei colloqui, ma rispetto a poche settimane fa, quando Kim parlava solo di missili e bottone nucleare si tratta di uno sviluppo notevole.
Il messaggero del Maresciallo Kim è il generale Kim Yong-chol, ex capo dei servizi segreti militari nordisti, un uomo accusato di aver fatto silurare una nave sudista nel 2010, causando la morte di 46 marinai. Ma il generale è anche responsabile dei contatti con Seul e nell’incontro con il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha anche detto che gli sviluppi nelle relazioni tra le due Coree e quelli nei rapporti tra Nord Corea e Stati Uniti dovrebbero procedere simultaneamente. Sarebbe una risposta al sospetto che lo scopo principale del dialogo di Kim Jong-un con Seul fosse di aprire un solco tra americani e sudcoreani.
Si può sperare in una soluzione negoziata invece che armata? I precedenti della Nord Corea non sono confortanti, perché per decenni la dinastia Kim ha solo preteso concessioni (economiche) e non ha mai abbandonato la sua corsa alle armi di distruzione di massa. Anche per accettare la tregua olimpica e inviare a Pyeongchang più di 500 tra majorettes, musiciste e atleti senza grandi qualità in una missione tutta spesata da Seul e benedetta dal Cio ha ottenuto che le spese fossero a carico dei sudcoreani. E la delegazione nordista non è stata proprio un affare a buon mercato: circa 2,5 milioni di dollari messi a bilancio dal governo di Moon. Più altri 230 mila per i tre giorni di tour della sorella di Kim, accolta come l’esponente di una famiglia reale. Un grande successo di immagine per il Maresciallo, senza aver accennato nemmeno a una possibile concessione concreta nel campo del disarmo.
Su questo punto, a ragione, gli americani sono chiari: la «massima pressione» attraverso le sanzioni e i preparativi militari non sarà allentata fino a quando la Nord Corea non farà passi concreti per risolvere la crisi nucleare.
La parte più difficile, per la politica distensiva di Moon Jae-in, arriva adesso: deve convincere Kim a mettere al centro della trattativa il suo arsenale di missili e testate nucleari, altrimenti gli americani non accetteranno di discutere e presenteranno il conto, sia all’alleato del Sud sia al nemico del Nord.
Ma intanto, nella notte di Pyeongchang, durante la cerimonia di chiusura dei Giochi, la Sud Corea ha potuto festeggiare un trionfo inaspettato. Una pioggia di medaglie per i suoi atleti che hanno fatto bene all’orgoglio nazionale. Un manipolo di ragazzi e ragazze nordcoreani che anche ieri sono entrati nello stadio spalla a spalla con i compagni del Sud. E in tribuna, accanto a Moon, la sorridente Ivanka, figlia del presidente Trump. In seconda fila il generale inviato da Pyongyang. Se il dialogo Nord-sud si stabilizzasse, se quello tra Nord Corea e Stati Uniti dovesse davvero partire, le Olimpiadi di Pyeongchang potrebbero entrare nei libri di storia, invece di essere confinate tra pochi mesi in un manifesto da esporre nella sede del Cio.