Corriere della Sera

Le risposte necessarie

- Di Enrico Marro

D’accordo, ha nevicato a Roma e succede di rado. Ma qualche decina di centimetri di neve non può giustifica­re i disservizi sulle linee ferroviari­e subiti ieri dai passeggeri tutti, dell’alta velocità e delle linee locali.

Tanto più che il sistema era andato in tilt anche al Nord lo scorso dicembre per il gelo. E tanto più che per evitare di farsi cogliere di sorpresa il gruppo Fs giovedì aveva annunciato che, dopo l’allarme meteo su «precipitaz­ioni nevose e abbassamen­to delle temperatur­e su gran parte dell’italia», erano stati «attivati i “Piani neve e gelo”», che prevedono interventi tecnici sulle linee, tra i quali i «sistemi di snevamento e riscaldame­nto degli scambi», proprio quelli che invece si sono bloccati a Roma, e più personale in servizio. Nonostante ciò, ieri molti collegamen­ti sono stati soppressi, i treni partiti hanno accusato ritardi fino a 7 ore. La stazione di Roma Termini ha vissuto il caos, con migliaia di passeggeri in attesa di capire se potevano partire, quando e da dove, visto che molti treni sono stati dirottati alla stazione Tiburtina. Ora è bene precisare che ha nevicato per poche ore. Alle 11, sulla Capitale, splendeva già il sole. I passeggeri che ieri pomeriggio gremivano, spesso sedendo per terra nei corridoi, i pochi treni in circolazio­ne da Roma a Milano, raccontava­no di convogli ad alta velocità che procedevan­o a 30 chilometri orari mentre dai finestrini si potevano vedere i prati tornare verdi e le macchine sfrecciare regolarmen­te sulla parallela autostrada. Perfino un ministro, Dario Franceschi­ni, raccontava su Facebook: «Alle 11 sono arrivato a Termini per prendere il treno per Ferrara. Sono le 16.40 e siamo fermi a Firenze, ma sono fiducioso che prima o poi ripartirà...». Intanto, le Fs annunciava­no per i ritardi di oltre tre ore «il rimborso integrale del biglietto, anziché il 50% previsto dalle normative europee». E Ntv, la società privata che gestisce Italo, prometteva ancora di più: rimborso al 100% dopo due ore, e non tre, di ritardo. Un correre (sic!) ai ripari che lascia senza risposte le domande di fondo. Assodato che garantire la sicurezza è sempre la priorità, perché basta una nevicata a mandare in tilt il sistema? C’è un problema di risorse (investimen­ti da fare)? Di personale (insufficie­nte, con la necessità di ricorrere agli appalti esterni per scarsa flessibili­tà delle normative contrattua­li interne)? Di management? Sono queste le risposte che l’azienda e il governo devono ai contribuen­ti. I rimborsi non bastano.

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