Le risposte necessarie
D’accordo, ha nevicato a Roma e succede di rado. Ma qualche decina di centimetri di neve non può giustificare i disservizi sulle linee ferroviarie subiti ieri dai passeggeri tutti, dell’alta velocità e delle linee locali.
Tanto più che il sistema era andato in tilt anche al Nord lo scorso dicembre per il gelo. E tanto più che per evitare di farsi cogliere di sorpresa il gruppo Fs giovedì aveva annunciato che, dopo l’allarme meteo su «precipitazioni nevose e abbassamento delle temperature su gran parte dell’italia», erano stati «attivati i “Piani neve e gelo”», che prevedono interventi tecnici sulle linee, tra i quali i «sistemi di snevamento e riscaldamento degli scambi», proprio quelli che invece si sono bloccati a Roma, e più personale in servizio. Nonostante ciò, ieri molti collegamenti sono stati soppressi, i treni partiti hanno accusato ritardi fino a 7 ore. La stazione di Roma Termini ha vissuto il caos, con migliaia di passeggeri in attesa di capire se potevano partire, quando e da dove, visto che molti treni sono stati dirottati alla stazione Tiburtina. Ora è bene precisare che ha nevicato per poche ore. Alle 11, sulla Capitale, splendeva già il sole. I passeggeri che ieri pomeriggio gremivano, spesso sedendo per terra nei corridoi, i pochi treni in circolazione da Roma a Milano, raccontavano di convogli ad alta velocità che procedevano a 30 chilometri orari mentre dai finestrini si potevano vedere i prati tornare verdi e le macchine sfrecciare regolarmente sulla parallela autostrada. Perfino un ministro, Dario Franceschini, raccontava su Facebook: «Alle 11 sono arrivato a Termini per prendere il treno per Ferrara. Sono le 16.40 e siamo fermi a Firenze, ma sono fiducioso che prima o poi ripartirà...». Intanto, le Fs annunciavano per i ritardi di oltre tre ore «il rimborso integrale del biglietto, anziché il 50% previsto dalle normative europee». E Ntv, la società privata che gestisce Italo, prometteva ancora di più: rimborso al 100% dopo due ore, e non tre, di ritardo. Un correre (sic!) ai ripari che lascia senza risposte le domande di fondo. Assodato che garantire la sicurezza è sempre la priorità, perché basta una nevicata a mandare in tilt il sistema? C’è un problema di risorse (investimenti da fare)? Di personale (insufficiente, con la necessità di ricorrere agli appalti esterni per scarsa flessibilità delle normative contrattuali interne)? Di management? Sono queste le risposte che l’azienda e il governo devono ai contribuenti. I rimborsi non bastano.