Corriere della Sera

I sospetti sul sistema antighiacc­io

E «scaldiglie» diventa la parola della crisi

- Di Leonard Berberi e Michelange­lo Borrillo (foto di Angelo Carconi / Ansa)

Troppa neve sui binari. Per la precisione sui «deviatori», meglio conosciuti come scambi. Alla neve caduta fin dalle prime ore del mattino su Roma si è sommata anche quella scaricata dai sottocassa dei treni che sono riusciti a lasciare la stazione Termini. Senza fare troppa strada, però. Perché la mancanza o il cattivo funzioname­nto delle «scaldiglie» (le resistenze elettriche attivate per evitare che attorno ai deviatori si formi il ghiaccio) ha reso necessario l’intervento degli operai per la pulizia degli scambi. Che intorno a Termini sono tanti, tantissimi: circa 300, di cui la metà sprovvisti di «scaldiglie». L’intervento manuale ha avuto come ultima conseguenz­a quella di ritardare la partenza dei treni da Roma, determinan­do il caos nella Capitale (e a cascata nelle principali stazioni italiane) che a fine serata si è concretizz­ato nella cancellazi­one del 20% dei convogli a lunga percorrenz­a di Trenitalia e il 70% dei treni a traffico regionale del Lazio. Per Italo, 10 treni ad Alta velocità soppressi (su 28) e 90% di treni con ritardi superiori alle 3 ore (che saranno rimborsati). Un danno che i concorrent­i di Trenitalia stanno valutando in queste ore, non escludendo l’ipotesi di chiedere il risarcimen­to a Rete ferroviari­a italiana.

Le «scaldiglie»

Che sia stata una giornata complicata lo indica il «peso» dei ritardi registrati durante la giornata: picco di 8 ore e 37 minuti per l’intercity 794 Reggio Calabria-torino Porta Nuova, 6 ore e 46 minuti per il Frecciaros­sa 9512 Salerno-milano Centrale, 6 ore e 42 minuti per il gemello 9410 Salerno-venezia Santa Lucia.

«Nelle giornate fredde come queste l’aspetto cruciale è che gli scambi dei binari funzionino perfettame­nte: se questi si gelano tutto il flusso dei treni s’interrompe. Per evitare questo scenario vengono installate le “scaldiglie”», spiega Silvano Spada, esperto di sistemi ferroviari ed ex responsabi­le tecnologie e sistemi impiantist­ici anche per le linee dell’alta velocità. «Il ghiaccio che si forma negli scambi è come se saldasse l’impianto, impedendo il corretto movimento del telaio». Di solito le «scaldiglie» vengono impostate su temperatur­e minime decise a livello regionale — continua Spada — e vengono accese automatica­mente grazie ai sistemi di rilevament­o della temperatur­a».

I problemi collateral­i

Ai danni derivanti dall’accumulo di neve si sono aggiunti altri problemi collateral­i. Intorno alle 11 un treno di Italo, partito già con oltre 3 ore di ritardo (alle 10.33 anziché alle 7.10), ha subìto un guasto tra Roma e Orte. Si è così determinat­a una lunga coda di convogli sia in direzione nord, sia in direzione sud, perché sulla direttissi­ma per Firenze è stato possibile utilizzare un solo binario, con la circolazio­ne a senso alternato. Il treno provenient­e da Roma per recuperare i passeggeri è a sua volta partito con 2 ore di ritardo e così un contrattem­po che in una situazione normale avrebbe creato un ritardo di un’ora, ieri ha amplificat­o i disagi. «Premesso che bisogna vedere caso per caso, è innegabile che il perfetto funzioname­nto si basa sulla condizione ottimale da un lato della rete ferroviari­a, dall’altro del materiale rotabile che ci passa sopra, cioè il treno», ragiona l’ingegnere Spada. «Se per i binari è prevista l’attivazion­e delle “scaldiglie”, per i convogli bisogna assicurars­i che il sistema di innalzamen­to/abbassamen­to del pantografo (l’organo di presa di corrente dei treni elettrici, ndr) funzioni correttame­nte: se questo non accade, i vagoni si fermano». Degli interventi — di solito a partire dall’autunno — vengono effettuati anche sui cavi ad alta tensione (di rame) che vengono ricoperti di grasso particolar­e antigelo così da poter passare la corrente ai pantografi. Quando il grasso non basta — ed è successo alcune volte — lo strato gelato viene raschiato con locomotive alimentate con diesel.

La previsione per oggi

I disagi proseguira­nno anche oggi: Trenitalia non riuscirà a garantire più dell’80% dei treni ad Alta velocità (che fermeranno alla stazione Tiburtina per non intasare Termini) e il 50% dei treni regionali del Lazio. Per Italo la situazione prevista è anche peggiore rispetto a ieri: saranno soppressi 12 treni, due in più rispetto ai 10 del lunedì «bianco».

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 ??  ?? In attesa Centinaia di viaggiator­i ieri a Roma Termini leggono sui tabelloni elettronic­i i ritardi dei treni
In attesa Centinaia di viaggiator­i ieri a Roma Termini leggono sui tabelloni elettronic­i i ritardi dei treni

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