Tajani: «Berlusconi non ha eredi» Ma è pronto all’investitura
Veltroni: no governicchi, accordo sulle regole
ROMA Non bisogna cercare un erede di Berlusconi: «Non c’è nessuno che possa sostituirlo a capo del centrodestra, né come leader né come federatore». E però Antonio Tajani sa bene come un posto vacante, che il leader di Forza Italia non potrebbe occupare per gli impedimenti che derivano dalla legge Severino, c’è eccome: è Palazzo Chigi. E a capo del governo il Cavaliere vorrebbe proprio lui: «Ma io — si schermisce il presidente dell’europarlamento — sono onorato, orgoglioso per le parole positive che Berlusconi ha speso per me, per l’apprezzamento del lavoro che svolgo in Europa. Però non ho mai partecipato a questa campagna elettorale, non sono candidato, non ho mai detto una parola su questo argomento».
Preferisce parlare di valori in politica, di impegno e coerenza Tajani. E lo fa in occasione della presentazione a Roma del libro Un Paese senza leader, edizioni Longanesi, del direttore del Corriere Luciano Fontana. Al tempio di Adriano si confrontano sul tema, oltre all’autore, anche Walter Veltroni ed Enrico Mentana, con Pierluigi Battista a moderare la discussione su una stagione politica che vede partiti senza capi carismatici e senza la forza di imporre una visione strategica del Paese al proprio spaesato elettorato, con un solo leader quasi immarcescibile che da 25 anni si rivolge ad uno stesso popolo: Berlusconi appunto. Che nelle ultime settimane ha evocato e quasi annunciato chi sarà il candidato premier di FI, ma che non ha ancora ufficializzato il nome.
Tajani non sembra avere alcuna fretta per l’annuncio, anzi, la sensazione è che se slittasse a dopo il voto non sarebbe affatto un problema. Ma raccontano che Berlusconi sia molto tentato dalla mossa di lanciare il suo fedelissimo, molto apprezzato in Europa, proprio alla fine della campagna, per tentare il rush finale per la vittoria. Si vedrà, vista l’imprevedibilità del leader, al quale Giorgia Meloni continua a chiedere che faccia «il nome subito», anche per evitare ambiguità su una possibile tentazione Bonino come premier istituzionale. Intanto però Tajani fa capire quanto sia ancora parte di FI: «Io non ho fatto giri di valzer in vita mia, sono stato sempre dalla stessa parte. E sono stato conquistato da Berlusconi per gli ideali che portava avanti, quelli di un leader moderato che anche l’europa vede come il più affidabile in questa area politica». Un’europa che «si augura che ci sia un governo stabile, nell’interesse generale e della moneta. La stabilità è fondamentale, e gli italiani sono più intelligenti di quello che si vuol far credere, quindi sono convinto che alla fine si daranno un governo stabile». Magari senza aiutini da parte dei fuoriusciti del M5S che potrebbero risultare utili per formare una maggioranza in Parlamento: «Ma no — sorride Tajani —, Berlusconi si diverte a fare provocazioni, battute. Non ama quelli che cambiano bandiera, non ha chiesto ai grillini di venire in Forza Italia, si è divertito a stuzzicarli».
Che poi la speranza è la stessa anche per Veltroni, convinto pure lui che con governi in cui ci si ritrova tutti dentro e riforme fatte invece «a maggioranza» non si va da nessuna parte. Non verso quella «democrazia dell’alternanza» che è l’unica che farebbe fare uno scatto al Paese, quella alla quale pure si era andati vicini, con «coalizioni coese e governi scelti dai cittadini». E che oggi sembra «lontanissima».
Non c’è nessuno che possa sostituirlo né come leader né come federatore Antonio Tajani
«C’è chi ha avuto peso politico senza ruolo È ciò che mi sono ripromesso di fare»