Corte suprema salva le tutele per i Dreamers L’ira di Trump
La Corte Suprema boccia il ricorso della Casa Bianca e, di fatto, prolunga per mesi la protezione legale per i «Dreamers», i figli degli immigrati irregolari arrivati quando erano minorenni. Il 6 settembre Donald Trump aveva annunciato l’abolizione del Daca, «Deferred action for childhood arrivals», il provvedimento che consente a circa 700 mila persone di continuare a vivere, lavorando o studiando, negli Usa. La Casa Bianca sostenne che l’ordine esecutivo con cui Barack Obama, nel 2012, aveva introdotto la normativa costituisse un abuso delle prerogative presidenziali (e ieri Trump ha ribadito: «è illegale»). Ma due giudici federali, a San Francisco e a New York, hanno dichiarato arbitraria la decisione di Trump. La vertenza è finita davanti alla Corte Suprema che non ha preso in considerazione nel merito la normativa Daca, rigettando le argomentazioni procedurali del dipartimento di Giustizia, confermando quindi le sentenze dei due giudici. Salta anche la scadenza del 5 marzo che Trump aveva dato al Congresso per trovare una soluzione legislativa. Il pacchetto Daca resta in vigore e tutti gli immigrati che hanno fatto domanda possono contare su uno scudo antideportazione di due anni. Rimane a rischio di espulsione quel milione di «Dreamers» che non si è registrato. Nei prossimi mesi dovrebbe continuare l’iter giudiziario in diverse corti Usa. Nel frattempo la questione esce dall’agenda politica: repubblicani e democratici non sono stati in grado di trovare un compromesso che avesse l’avallo di Trump.