Corriere della Sera

«Sono senegalese, cerco un lavoro» Ricoperto di insulti su Facebook

Il caso nel Leccese, la vittima è un giovane 23enne. Le scuse del sindaco: sconcertat­o

- Angela Balenzano

Pubblica un breve annuncio su Facebook per cercare un lavoro. E in pochi secondi piovono i commenti sarcastici e offensivi. «Mi serve uno che raccoglie banane, ho un’azienda agricola, cerco scimmie». È questa la prima delle tante risposte che Fallou Ndiaye, 23enne di origine senegalese, residente a Galatina (Lecce) ha ricevuto. Un’offesa che ha dato il via all’effetto domino, con altri commenti e insulti razzisti.

«Ho letto tutto — commenta Fallou —, ho letto quelli che mi hanno trattato male, quelli che hanno detto che sono una scimmia, i commenti di chi mi ha offeso per il colore della mia pelle. Li ho letti tutti i commenti, ho letto perciò anche le persone che mi hanno difeso e voglio ringraziar­e tutti loro. Ma non è solo qui che succedono cose del genere, in tutte le parti del mondo c’è gente cattiva e fortunatam­ente anche gente buona».

Ai post razzisti su Facebook si sono infatti alternati anche quelli che hanno espresso solidariet­à al giovane senegalese: «Mi vergogno per questa gente senza cervello e senza cuore, ti chiedo scusa e ti auguro di trovare un buon lavoro» ha commentato Ileana. Cristina ha aggiunto: «Anch’io l’ho letto e voglio dirti che mi vergogno di essere italiana. Ti chiedo scusa e ti abbraccio». Scrive Michele: «Ti auguro di trovare lavoro! Non siamo tutti come quegli imbecilli».

Il commento razzista, quello più offensivo, è stato successiva­mente rimosso, con le scuse dell’autore, ma questo non è bastato a fermare l’ondata di polemiche che sulla bacheca Facebook del 23enne sono andate avanti per tutta la giornata di ieri. Fino al tardo pomeriggio quando Fallou Ndiaye ha scritto un post per mettere fine alla vicenda: «Grazie a tutti, che solidarité».

«Quando sono venuto a conoscenza dell’episodio — afferma il sindaco di Galatina Marcello Amante, al Nuovo Quotidiano di Puglia che ha pubblicato la notizia — sono rimasto sconcertat­o. Non dobbiamo dare peso a quella minoranza che inneggia all’odio. Dobbiamo invece sponsorizz­are coloro che, spesso nel nascondime­nto, fanno della solidariet­à e della collaboraz­ione principi su cui basare la propria vita. Da loro dovremmo trarre insegnamen­to, a partire da chi amministra le città».

Fallou è in Italia da quasi cinque anni per lavorare e mantenere la famiglia che invece è rimasta in Senegal. Con quell’annuncio sperava di essere contattato da qualche azienda che gli offrisse un impiego per guadagnare i soldi necessari per mantenersi in Italia e poter mandare qualcosa a sua moglie.

Mai avrebbe immaginato che qualche secondo dopo qualcuno gli scrivesse: «Sì, a me serve uno che raccolga banane».

Nonostante le offese, però, il giovane senegalese non è affatto scoraggiat­o e dice di voler continuare a cercare un lavoro in Italia.

Ho letto le offese, ho letto quelli che mi hanno trattato male, quelli che hanno detto che sono una scimmia, i commenti di chi mi ha offeso per il colore della mia pelle Fallou

La famiglia Fallou vive in Italia da anni e cerca lavoro per aiutare la famiglia rimasta in Africa

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