Corriere della Sera

Annalisa ritrova i cinque fratelli «Noi, dati in adozione nel 1973»

La più piccola si mette in cerca degli altri sui social. L’incontro a Jesolo

- Di Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it

La vicenda

● Alberto e Nerina, una coppia veneta, misero al mondi sei figli. Molto poveri, vivevano dei piccoli lavoretti di lui. Forse per depression­e, Nerina un giorno tentò il suicidio

● Un giudice decise di togliere i figli alla coppia. Era il 1973. I piccoli vennero affidati a diverse famiglie

● In pochi mesi le strade dei fratelli si sono divise e per 45 anni non si sono né visti né sentiti. Fino a un mese fa, quando una dei sei, Annalisa che oggi ha 46 anni, grazie a Facebook ea Chi l’ha visto ha trovato due sorelle. Poi, uno a uno, sono emersi tutti gli altri

Mamma Nerina li aveva messi al mondo ma non sapeva come mantenerli. Doveva fare i conti con sei figli piccoli e un marito che si arrabattav­a fra un lavoretto e l’altro nelle nebbie di Rovigo, dove beveva per disperazio­ne. Erano molto poveri, lei e Alberto. Quando Nerina tentò il suicidio il giudice decise che i bambini dovevano essere adottati.

Era il 1973. In pochi mesi le strade dei sei fratelli si divisero, nuove famiglie, nuovi paesi, nuove vite. Per 45 anni non si sono più visti né sentiti, fino a un mese fa, quando la «piccola» di casa, la quarantase­ienne Annalisa, grazie a Facebook e a Chi l’ha visto ha trovato due sorelle e poi, uno a uno, tutti gli altri. Cuori palpitanti, paure profonde, anche panico. Cinque di loro hanno deciso per lo storico incontro di famiglia, avvenuto domenica 4 febbraio a Jesolo.

Come in un romanzo di Sandor Marai, quel giorno si sono ritrovati i fratellini di un tempo che oggi sono donne e uomini con famiglie e percorsi di vita molto distanti. Uno è disoccupat­o, un altro fa il dirigente, c’è un impiegato, due sono operatrici turistiche, la sorellina lavora in ospedale. Anche i cognomi sono diversi, Annalisa Pan, Belinda e Monica Nardin, Mauro Ferraresso, Luca Manfron, Marco Boschetto, l’unico ad aver conservato quello del padre «biologico».

«C’è anche Nerina, che venne chiamata come la mamma — ha annunciato agli altri il fratello maggiore Marco, l’ultimo ad essere andato via e il solo a sapere di Nerina —. Lei è nata per ultima, quando la casa era già vuota. L’hanno data in adozione che era in fasce». La storia di questi sei fratelli, sette con Nerina, è toccante. I più giovani hanno ricordi sfumati, perché erano piccolissi­mi: uno, tre, cinque anni. Ma Marco che ne aveva undici li ha scolpiti nella memoria quei brutti mesi del 1973. E li ha voluti raccontare: «Hanno caricato in una macchina la Belinda, la Monica e Luca e sono spariti — ricorda oggi a 56 anni, sposato, una figlia e pure nonno —. Ma la tragedia della mia vita è stato Mauro. Lui e io eravamo sempre insieme. Era venuta a prenderlo la stessa macchina e avevo riconosciu­to una di quelle persone. “Andiamo a prendere un gelato”, disse a Mauro. Io avevo capito che non sarebbe più tornato e avevo cercato di fermarli ma avevo undici anni… La sua scomparsa mi ha bloccato per molto tempo».

L’ha rivisto il 4 febbraio insieme agli altri. «Un’emozione indescrivi­bile. Il cemento armato che avevo dentro da una vita è diventato una piuma. E tutti i miei problemi (è senza lavoro, ndr) sono passati in secondo piano. Li ho trovati belli e sorridenti e in salute. Sono rinato». Lui fu l’unico a non essere adottato. «Ero Insieme

Qui sopra, cinque dei sei fratelli che si sono ritrovati dopo 45 anni. Da sinistra Belinda, 48 anni, Monica, 51 anni, Mauro, 53 anni, Marco, 56 anni e Annalisa, 46 anni la sorella che ha iniziato la ricerca. Nella foto singola, il sesto fratello, Luca 50 anni troppo grande e nessuno mi voleva. Ho vissuto con la nonna». Monica e Belinda sono invece finite nella stessa famiglia, al Cavallino, sul litorale veneziano, posto di mare dove entrambe lavorano nei camping. «Siamo state fortunate, abbiamo trovato due genitori splendidi — riconosce Monica—. Dell’infanzia ho solo dei flash, il collegio, le suore, io e Belinda che andavamo dentro e fuori. Ho poi cercato i miei genitori con un investigat­ore privato ma a un certo punto l’ho fermato per paura: temevo di trovare chissà cosa. Oggi invece sono felicissim­a».

Belinda era più piccola di lei. Quando pensa ai suoi genitori biologici le sale un rimpianto: «La suora del collegio mi diceva che mia mamma non mi voleva bene e così io l’ho sempre rifiutata. E invece non era la verità ma l’ho scoperto troppo tardi, dopo che è

L’ultimo incontro

«Li rivedrò domani e non so cosa mi aspetti. Sono degli sconosciut­i anche se miei fratelli»

venuta a mancare lo scorso novembre. Avrei voluto parlarle. Merito suo se ci siamo ritrovati, deve aver messo una mano su questo incontro che mi ha fatto piangere di gioia». Lei adora i suoi genitori adottivi: «Ora sono vecchi e me li tengo in casa, voglio prendermi cura di loro come loro hanno fatto con me». Luca, tre figli, dirigente a Schio, è stato ritrovato il 21 febbraio: «Li vedrò mercoledì. Vivo in una bolla e non so cosa mi aspetti, per me sono degli sconosciut­i. Certo, fratelli di sangue…». Gli altri hanno già deciso di aiutare Marco a trovare un lavoro. E Marco ha iniziato a crederci: «Non voglio fare come mio padre».

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