NON VINCE NESSUNO? LA SOLA ALTERNATIVA È IL NEGOZIATO
ICinque Stelle hanno le idee chiare ( forse troppo) sul dopo voto. Se non vinceranno la maggioranza assoluta dei seggi, ma solo quella relativa, Di Maio lancerà un appello alle altre forze politiche per chiedere l’appoggio esterno ad un governo monocolore da lui stesso guidato. Il programma sarebbe quello pentastellato, tutt’al più con l’aggiunta di alcuni punti. I nomi dei ministri, tra i quali figura anche un generale dell’arma, saranno quelli indicati dal candidato premier venerdì prossimo, prendere o lasciare.
Non si capisce se si tratti di una proposta o una pretesa. In entrambi essa confligge non solo con la Costituzione, ma anche con il buon senso. Non si può dare per scontato che Mattarella conferisca l’incarico a Di Maio, soprattutto se il Presidente constatasse la non disponibilità degli altri partiti . Quanto ai nomi per i ministeri, va bene dare qualche idea agli elettori. Ma l’aver consegnato una lista completa al Quirinale è stato un atto ai limiti della correttezza formale e per giunta inutile. Quando sarà il momento, il Capo dello Stato esaminerà i nomi sulla base di tanti criteri: la competenza, certo, ma anche l’adeguatezza politica delle candidature rispetto alla maggioranza parlamentare che sosterrà il nuovo esecutivo. Le dichiarazioni e le mosse di Di Maio sono state accompagnate da un coro di indignazione preventiva volta a screditare altri possibili scenari. In caso di maggioranza relativa, sarebbe un «attacco alla democrazia» negare l’incarico a Di Maio. Qualsiasi discussione sulla lista di nomi sarebbe solo un mercato di «poltrone»; ogni appunto al programma un affronto alla «volontà dei cittadini» che l’hanno votato. Mi sembra che fra i Cinque Stelle regni una gran confusione sui principi e la logica della democrazia liberale. Se i Cinque stelle non ottengono la maggioranza dei seggi, vuol dire che sono una minoranza che non è riuscita a convincere la gran parte degli italiani. Perché mai una minoranza dovrebbe pretendere di governare da sola senza scendere a patti con gli altri? I militanti pentastellati che hanno votato il programma rappresentano lo 0,1% del corpo elettorale, ad essere generosi. Perché tanto sussiego? Quando le elezioni producono esiti inconclusivi, non c’è alternativa al negoziato fra le parti. Che piaccia o no, questa è la democrazia. Ed è anche ciò che prevede la Costituzione, il cui interprete massimo è il presidente della Repubblica.