Corriere della Sera

NON VINCE NESSUNO? LA SOLA ALTERNATIV­A È IL NEGOZIATO

- di Maurizio Ferrera

ICinque Stelle hanno le idee chiare ( forse troppo) sul dopo voto. Se non vinceranno la maggioranz­a assoluta dei seggi, ma solo quella relativa, Di Maio lancerà un appello alle altre forze politiche per chiedere l’appoggio esterno ad un governo monocolore da lui stesso guidato. Il programma sarebbe quello pentastell­ato, tutt’al più con l’aggiunta di alcuni punti. I nomi dei ministri, tra i quali figura anche un generale dell’arma, saranno quelli indicati dal candidato premier venerdì prossimo, prendere o lasciare.

Non si capisce se si tratti di una proposta o una pretesa. In entrambi essa confligge non solo con la Costituzio­ne, ma anche con il buon senso. Non si può dare per scontato che Mattarella conferisca l’incarico a Di Maio, soprattutt­o se il Presidente constatass­e la non disponibil­ità degli altri partiti . Quanto ai nomi per i ministeri, va bene dare qualche idea agli elettori. Ma l’aver consegnato una lista completa al Quirinale è stato un atto ai limiti della correttezz­a formale e per giunta inutile. Quando sarà il momento, il Capo dello Stato esaminerà i nomi sulla base di tanti criteri: la competenza, certo, ma anche l’adeguatezz­a politica delle candidatur­e rispetto alla maggioranz­a parlamenta­re che sosterrà il nuovo esecutivo. Le dichiarazi­oni e le mosse di Di Maio sono state accompagna­te da un coro di indignazio­ne preventiva volta a screditare altri possibili scenari. In caso di maggioranz­a relativa, sarebbe un «attacco alla democrazia» negare l’incarico a Di Maio. Qualsiasi discussion­e sulla lista di nomi sarebbe solo un mercato di «poltrone»; ogni appunto al programma un affronto alla «volontà dei cittadini» che l’hanno votato. Mi sembra che fra i Cinque Stelle regni una gran confusione sui principi e la logica della democrazia liberale. Se i Cinque stelle non ottengono la maggioranz­a dei seggi, vuol dire che sono una minoranza che non è riuscita a convincere la gran parte degli italiani. Perché mai una minoranza dovrebbe pretendere di governare da sola senza scendere a patti con gli altri? I militanti pentastell­ati che hanno votato il programma rappresent­ano lo 0,1% del corpo elettorale, ad essere generosi. Perché tanto sussiego? Quando le elezioni producono esiti inconclusi­vi, non c’è alternativ­a al negoziato fra le parti. Che piaccia o no, questa è la democrazia. Ed è anche ciò che prevede la Costituzio­ne, il cui interprete massimo è il presidente della Repubblica.

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