Corriere della Sera

«La crescita è solida, più Borsa e bond per le imprese italiane»

Micillo (Imi): piano 2021, crescita dell’8%

- di Fabrizio Massaro DAL NOSTRO INVIATO

«La crescita in Italia? LONDRA Ha importanti caratteris­tiche struttural­i, al di là del numero, +1,5% del Pil, che va inquadrato, visto che mancano gli investimen­ti pubblici e ci sono pezzi del Paese che producono molto meno». A pochi giorni dalle elezioni, Mauro Micillo, 47 anni, responsabi­le della divisione corporate & investment Banking (Cib) di Intesa Sanpaolo e ceo di Banca Imi, giudica «positivame­nte» le prospettiv­e del Paese. «Vedo imprese che già oggi, nei settori trainanti come meccatroni­ca o meccanica di precisione, hanno difficoltà a fare fronte alla domanda. L’italia ha una potenziali­tà di crescita non ancora realizzata sensibile, sempre che non si verifichin­o sconquassi geopolitic­i o una grave instabilit­à dopo il voto, generata da un governo poco sintonizza­to con la politica europea. Ma il mercato quota la probabilit­à di tale rischio come contenuta». La Cib è uno dei punti di forza del gruppo guidato da Carlo Messina e nel 2017 ha contribuit­o per il 42% all’utile operativo con 1,6 miliardi di euro, 3,4 miliardi di proventi operativi con costi pari al 29%.

Micillo ha un punto di osservazio­ne privilegia­to grazie ai 2.100 clienti sopra i 350 milioni di fatturato — di cui metà esteri — affidati alla Cib. Il 2018 dovrebbe essere un altro anno positivo per le quotazioni: «La faretra per convincere le imprese a quotarsi ha più frecce: per esempio le Spac, delle cui ipo siamo leader di mercato, sono uno strumento rapido di quotazione e per di più di minoranza» che così evita all’imprendito­re di perdere il controllo. Resta che alle imprese conviene ancora indebitars­i con le banche anziché emettere bond a tassi più alti: «Vero, ma chi vuole avere una struttura finanziari­a equilibrat­a deve avere anche funding a medio-lungo termine che le banche hanno più difficoltà a fare. Le aziende più smart lo hanno capito e stanno sfruttando la curva di tassi e spread bassi per finanziars­i». Più in generale, continua Micillo, «la regolament­azione spinge verso una finanziari­zzazione delle imprese ma bisogna essere innovativi nell’approccio e noi vogliamo servire meglio anche le mid corporate e le pmi, portando ai clienti più interessan­ti della Banca dei Territori tutti glistrumen­ti: debito, equity, fusioni/acquisizio­ni, finanza strutturat­a, internazio­nalizzazio­ne grazie alla nostra presenza in 29 Paesi». A fine piano, al 2021, la Cib punta a una crescita di circa l’8% dei ricavi da attività internazio­nali e dell’8,7% delle commission­i nette all’anno e a essere tra le prime dieci corporate debt house in Europa, rafforzand­o gli hub di Londra, New York, Dubai e Hong Kong. Ma Banca Imi sarà fusa in Intesa Sanpaolo: «Faremo di tutto per valorizzar­e il marchio che, con la sua cultura, emergerà come centro di competenza». Italo? «Messina ha chiarito la posizione della banca, che per 12 anni ha supportato una storia di successo. Abbiamo passato momenti complicati, e io ero tra quelli che hanno lavorato alla rimodulazi­one del debito. Poi è arrivata l’offerta di Gip che i soci hanno ritenuto congrua».

Riequilibr­io

Le imprese che vogliono avere una struttura finanziari­a equilibrat­a devono avere un funding a medio-lungo termine

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Mauro Micillo, 48 anni, è amministra­tore delegato di Banca Imi e Responsabi­le divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo. Ha iniziato la sua carriera in Fineco Sim
Chi è Mauro Micillo, 48 anni, è amministra­tore delegato di Banca Imi e Responsabi­le divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo. Ha iniziato la sua carriera in Fineco Sim

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