Milan, salto di qualità
Sfide dentro-fuori, stanchezza e... neve i nemici di Gattuso Cutrone riposa?
MILANO Dal gol di un portiere incassato a tempo scaduto, all’alba dell’era Gattuso, quando sembrava che anche la sorte volesse infierire su un gruppo impaurito, spompato e alle prese con l’ennesimo cambio di panchina, al minuto 104 del quarto di finale di Coppa Italia, quando è scattato il click della svolta. Con quella rete Patrick Cutrone apriva ufficialmente la rimonta del Milan e la crisi dei nerazzurri (ma questa è un’altra storia). Ora, fin dove arriverà questa rimonta lo vedremo presto, anche perché domenica c’è un altro derby che farà reintrecciare le due storie, e ancora prima, domani, il Milan sfiderà la Lazio per raggiungere la finale di Coppa Italia (0-0 a San Siro).
Ma già fino a qui la metamorfosi della banda Gattuso è stata sconvolgente. E non c’è dubbio che quel ventenne from Como che Gattuso tiene scientemente sulla corda ricordandogli che «deve giocare più pulito», ma che fa sempre gol (4 nelle ultime quattro di A, con soli 11 tiri, in tutto sono 14 stagionali) abbia lasciato la sua impronta sulla stagione. A Cutrone a settembre è stato rinnovato il contratto fino al 2021, ma è possibile che presto arrivi un ulteriore adeguamento, anche perché, da solo, ha segnato più degli altri due attaccanti André Silva (8 gol in Europa League) e Kalinic (4). Domani, con la Lazio, potrebbe toccare proprio al croato, entrato bene nel finale contro la Roma. Per il resto l’idea di Gattuso è quella di limitare al minimo il turnover. Sempre se i dati della condizione fisica e «l’occhiometro» di Rino, come lo chiama lui, daranno oggi risultati incoraggianti.
Perché ora si alza il livello di difficoltà: intanto l’allenamento previsto ieri all’acqua Acetosa è stato annullato per la neve, ci si è dovuti limitare a una seduta in palestra, circostanza che ha indispettito il tecnico, che è andato a cercare personalmente un campo dove allenarsi. Ora bisogna vedere se il blocco individuato da Rino saprà reggere a un fuoco di fila di impegni ravvicinati e di sfide da dentro o fuori, alle quali il gruppo (molto giovane) non è così abituato. La Lazio, poi, sembra aver ritrovato brillantezza.
Ma non di solo fisico vivono le squadre. Il Milan ha ritrovato fiducia ed entusiasmo, si vede in campo, si vede fuori: ieri la squadra è uscita a cena tutta assieme. Nello stesso albergo del Milan, c’è lo Zenit di Roberto Mancini, che fuggiva dalla neve a San Pietroburgo. Mancini era stato uno dei nomi evocati quando Gattuso sembrava un traghettatore. Ora la prospettiva è molto diversa, anche se, «per scaramanzia» si rimanda il discorso rinnovo. «È sorprendente la velocità con cui Rino ha dato un’identità alla squadra — il parere dell’ad Marco Fassone a Radio Anch’io —. Il quarto posto? Perché no». Prima della Lazio, oggi c’è il cda che dovrà approvare il preconsuntivo della semestrale. Quanto all’aumento di capitale, l’ultima tranche di 10 milioni già deliberata dovrebbe arrivare tra dieci giorni.