Corriere della Sera

Cattiva maestra

- di Massimo Gramellini

Come sempre, aveva ragione Flaiano: in Italia i fascisti si dividono in fascisti e antifascis­ti. La maestra antifascis­ta di Torino immortalat­a dalle telecamere mentre augura la morte ai poliziotti che la separano da un corteo di Casapound è la fascista perfetta. Arrogante, violenta, fanatica. Con gli occhi strabuzzat­i e la bocca sguaiata che bestemmia il buon senso e il senso dello Stato, farnetican­do di fucili partigiani come se fossimo ancora nella Repubblica di Salò anziché in quella di Gentiloni.

La penso come Renzi (ogni tanto succede): quell’insegnante andrebbe licenziata in tronco. Per i danni che potrebbe fare ai bambini e per quelli che ha già sicurament­e inferto alla sua categoria. Ho avuto una maestra elementare comunista con cui mio padre — liberale — litigava di continuo. Ma si sarebbe buttato nel fuoco per salvarle il posto, perché ne riconoscev­a la dirittura morale e la bravura profession­ale. Era un’epoca ideologica, in cui maturò l’assassinio del commissari­o Calabresi. Eppure dalla bocca della «signora maestra» non uscì mai una parola su poliziotti e carabinier­i, se non di elogio. Spiegava a bambini di dieci anni che le istituzion­i democratic­he servono a proteggere tutti, persino i fanatici dagli effetti del loro fanatismo. La scuola italiana ha avuto tanti cattivi maestri, soprattutt­o di sinistra. Ma anche tante maestre così, spesso di sinistra. Che non si meritano eredi con gli occhi strabuzzat­i e la bocca sguaiata.

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