Corriere della Sera

Lista al Colle, il caso Di Maio

E nel centrodest­ra Berlusconi lancia Tajani. Salta il comizio con Salvini e Meloni

- Al. T.

La squadra dei 5 Stelle è pronta, e ieri, via mail, è arrivata al Colle. Diciassett­e nomi per il governo, che il presidente Mattarella non leggerà fino a dopo il voto. E se Di Maio in mattinata ha presieduto un primo e informale «Consiglio dei ministri», il premier Gentiloni ha parlato di «un surreale governo ombra». Intanto, nel centrodest­ra è saltato il comizio con Salvini e Meloni.

ROMA Il governo dei 5 Stelle è pronto. Non è affatto detto che ci sia davvero — dipenderà naturalmen­te dalle urne del 4 marzo — ma Luigi Di Maio si è portato avanti. E ieri non solo ha organizzat­o, di mattina presto, un primo «Consiglio dei ministri» informale. Ma anche ha inviato la lista completa dei nomi al Quirinale: 17 più il suo. Questa volta, non andandoci di persona, ma via posta elettronic­a. Gesto che solleva polemiche, così come la lista, definita dal premier Paolo Gentiloni «un surreale governo ombra». Con replica pronta di Di Maio: «Non abbiamo possibilit­à di formare il governo? Gentiloni ci spera. E a sperare non si paga niente».

Di Maio, dunque, prosegue nella strategia di annunci progressiv­i, svelando altri nomi della «squadra di governo» e partecipan­do su La7 al tg di Enrico Mentana e a Di Martedì. Dopo il generale Sergio Costa all’ambiente e Lorenzo Fioramonti all’economia, arrivano altri tre nomi: Pasquale Tridico (Lavoro), Alessandra Pesce (Agricoltur­a) e Giuseppe Conte (Pubblica amministra­zione).

La squadra in realtà è già definitiva, tanto che ieri mattina c’è stata la prima riunione interna. E proprio ieri è partita anche la mail al Quirinale con tutti i nomi del governo. Gesto di «cortesia istituzion­ale», dicono dal Movimento. Ma il Colle non avrebbe alcuna intenzione di aprire la mail, almeno fino a spoglio avvenuto. Anche perché al governo dei 5 Stelle mancano alcuni passaggi non irrilevant­i: la vittoria alle elezioni, con la maggioranz­a assoluta, o il mandato assegnato dal capo dello Stato, in caso di maggioranz­a relativa, con relativi, e impervi, accordi con gli altri partiti. Anche perché il leader M5S ribadisce: «Non facciamo alleanze. E di questi partiti non mi fido. Ma tutti dovranno venire a parlare con noi perché i numeri gli altri non li hanno». Quanto al Quirinale, Di Maio a Giovanni Floris spiega: «Non mi risulta che il presidente Mattarella abbia considerat­o la mail una scortesia».

Gentiloni, invece, non ha apprezzato: «Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose. Per la prima volta c’è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni. Di solito perdi le elezioni e presenti un governo ombra, qui invece lo fanno prima delle elezioni». Di Maio replica: «Quale governo ombra, questo è alla luce del sole. Gentiloni pensa già agli inciuci post voto». Pier Luigi Bersani, di Leu, chiede chiarezza: «Di Maio decida dove vuole voltare la testa, se a sinistra o a destra».

Alle critiche si unisce il leader del Partito democratic­o Matteo Renzi, che definisce Di Maio «incompeten­te e incapace»: «Ormai parla solo di poltrone. Ha subito una mutazione genetica». E su Facebook si fa sentire anche Beppe Grillo, con scelta di tempi forse non casuale e un memento nel caso il Movimento prendesse una svolta troppo istituzion­ale: «Non dimentichi­amo mai il sogno da cui è partito tutto».

d Noi non facciamo alleanze Ma tutti dovranno venire a parlare con noi perché i numeri gli altri non li hanno Luigi Di Maio

Grillo

Il garante avverte il Movimento: non dimentichi­amo il sogno da cui tutto è partito

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