Corriere della Sera

Raggi proibisce il diesel

Roma, Milano, Parigi, Londra: scattano i «no» al gasolio Ma serve una regia comune e incentivi dello Stato

- di Alessio Ribaudo

La sindaca Virginia Raggi, ieri, è stata chiara: «Insieme alle altre grandi capitali mondiali, Roma ha deciso di impegnarsi in prima linea e a Città del Messico, durante il Convegno C40, ho annunciato che dal 2024 nel centro città di Roma sarà vietato l’uso di auto diesel». Si preannunci­ano tempi difficili per i motori a gasolio, dopo essere finiti, nei mesi scorsi, nella bufera per lo scandalo «dieselgate». Sempre ieri, infatti, in Germania, il Tribunale amministra­tivo federale di Lipsia ha stabilito che le città potranno vietare le auto a diesel per migliorare la qualità dell’aria.

Tornando all’italia, sono molte le amministra­zioni comunali che hanno stabilito una road map contro la CO2. A Milano, ad esempio, la giunta di Beppe Sala vuole essere diesel free entro il 2030. Attualment­e le auto private diesel, fino agli Euro4 inclusi, non possono circolare nella zona a traffico limitata (cosiddetta Area C). Dal primo ottobre del 2020, invece, saranno banditi in tutta la città tutti i diesel sino a Euro3. Poi, nel 2024, il penultimo step: l’estensione sino agli Euro5.

Una strategia che ha come antesignan­a Parigi dove la sindaca Hidalgo vuol bandire i diesel entro il 2020. Provvedime­nti simili sono tratteggia­ti anche a Londra e Barcellona. Fuori dall’ue, i blocchi potrebbero scattare dal 2025 in Norvegia. Stesso anno in cui la Cina prevede di immatricol­are un quinto delle vetture green.

Le case automobili­stiche non stanno a guardare. La Volvo ha detto che entro il 2019 tutti i nuovi modelli saranno ibridi o completame­nte elettrici. Da Toyota a Porsche passando per Mercedes, Volkswagen e Bmw tutti hanno annunciato grandi investimen­ti sul versante della mobilità sostenibil­e. Ultima in ordine di tempo — per il Financial Times — sarebbe la Fca di Sergio Marchionne che dal 2022 intendereb­be montare i motori a diesel solo per i veicoli commercial­i, a vantaggio di quelli elettrici. Una notizia che ha sorpreso visto che la casa di Torino, a oggi, non vende modelli con questa alimentazi­one in Italia. L’indiscrezi­one

non è stata né confermata né smentita da Torino ma tutto sarà più chiaro, a giugno, quando sarà presentato il piano industrial­e.

«Se sarà così, siamo felici di questa scelta di Fca — spiega Michele Crisci, presidente dell’unione nazionale rappresent­anti autoveicol­i esteri (Unrae) — e dell’annuncio di Roma. Però serve una strategia condivisa con governo, Regioni e Comuni sia a livello legislativ­o sia nello sviluppo delle infrastrut­ture necessarie. Occorre pianificar­e un sistema di incentivi per sostenere chi ha una sensibilit­à ambientale ma deve far i conti con un budget per comprare auto nuove. Così si adeguerebb­e il parco circolante sia privato sia pubblico».

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