Corriere della Sera

Il giudice di Lipsia che mette la salute davanti all’industria

- di Paolo Valentino

Potrebbe essere il chiodo decisivo nella bara dell’industria automobili­stica fondata sul motore Diesel. Il Tribunale amministra­tivo federale ha riconosciu­to ieri il diritto delle città tedesche, anche in assenza di una regola nazionale, di imporre il divieto di circolazio­ne per le auto a gasolio, unico modo efficace per ridurre i crescenti livelli d’inquinamen­to da diossido di azoto.

Le sentenza è una vittoria per i gruppi ambientali­sti, che avevano adito l’alta corte di Lipsia, e un colpo durissimo ai giganti dell’auto in Germania, che potrebbero essere costretti a sborsare milioni di euro per dotare i 12 milioni di veicoli in circolazio­ne dell’hardware necessario a far calare drasticame­nte le emissioni. Secondo stime di Evercore ISI, nello scenario peggiore i costi potrebbero arrivare fino a quasi 30 miliardi di euro, se l’intera flotta diesel dovesse essere dotata delle nuove tecnologie.

Iniziata dagli ambientali­sti DUH, Deutsche Umwelthilf­e, che avevano portato in tribunale Stoccarda, Düsseldorf e altre sedici città vincendo nelle Corti locali, la causa civile era finita al Tribunale di Lipsia dopo l’appello dei Land Baden-württember­g e Nord-reno Vestfalia.

La sentenza di ieri non impone un bando immediato e saranno in ogni caso i Comuni a decidere. Stoccarda per esempio non potrà imporre il divieto di circolazio­ne alle auto diesel della classe Euro5 prima del 1 settembre 2019. Inoltre ci dovranno essere esenzioni, per esempio per gli artigiani o i servizi sanitari.

Ma il punto di fondo resta: tra la salute delle persone e gli interessi dell’industria automobili­sta, i giudici di Lipsia hanno scelto la prima, una rivoluzion­e per la Germania. E questo aumenterà in modo enorme la pressione sui vari Volkswagen, Daimler e Bmw a cambiare il loro modello industrial­e, invece di giocare al rinvio o peggio, come ha dimostrato il Dieselgate, ricorrere a trucchi e frodi. Finora, l’unica cosa che le case tedesche si erano dette disposte a fare a spese loro per ridurre le emissioni nocive era una modifica ai software delle loro auto diesel.

Cauta la reazione della cancellier­a Angela Merkel, secondo cui le conseguenz­e immediate non saranno massicce, la sentenza essendo «limitata a singole città», dove sarà tanto più necessario «negoziare delle soluzioni ragionevol­i».

Ma Jürgen Resch, il capo di DUH, definisce la decisione «una disfatta per la politica della Grosse Koalition, che si è schierata chiarament­e a favore dell’industria dell’auto».

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