Il giudice di Lipsia che mette la salute davanti all’industria
Potrebbe essere il chiodo decisivo nella bara dell’industria automobilistica fondata sul motore Diesel. Il Tribunale amministrativo federale ha riconosciuto ieri il diritto delle città tedesche, anche in assenza di una regola nazionale, di imporre il divieto di circolazione per le auto a gasolio, unico modo efficace per ridurre i crescenti livelli d’inquinamento da diossido di azoto.
Le sentenza è una vittoria per i gruppi ambientalisti, che avevano adito l’alta corte di Lipsia, e un colpo durissimo ai giganti dell’auto in Germania, che potrebbero essere costretti a sborsare milioni di euro per dotare i 12 milioni di veicoli in circolazione dell’hardware necessario a far calare drasticamente le emissioni. Secondo stime di Evercore ISI, nello scenario peggiore i costi potrebbero arrivare fino a quasi 30 miliardi di euro, se l’intera flotta diesel dovesse essere dotata delle nuove tecnologie.
Iniziata dagli ambientalisti DUH, Deutsche Umwelthilfe, che avevano portato in tribunale Stoccarda, Düsseldorf e altre sedici città vincendo nelle Corti locali, la causa civile era finita al Tribunale di Lipsia dopo l’appello dei Land Baden-württemberg e Nord-reno Vestfalia.
La sentenza di ieri non impone un bando immediato e saranno in ogni caso i Comuni a decidere. Stoccarda per esempio non potrà imporre il divieto di circolazione alle auto diesel della classe Euro5 prima del 1 settembre 2019. Inoltre ci dovranno essere esenzioni, per esempio per gli artigiani o i servizi sanitari.
Ma il punto di fondo resta: tra la salute delle persone e gli interessi dell’industria automobilista, i giudici di Lipsia hanno scelto la prima, una rivoluzione per la Germania. E questo aumenterà in modo enorme la pressione sui vari Volkswagen, Daimler e Bmw a cambiare il loro modello industriale, invece di giocare al rinvio o peggio, come ha dimostrato il Dieselgate, ricorrere a trucchi e frodi. Finora, l’unica cosa che le case tedesche si erano dette disposte a fare a spese loro per ridurre le emissioni nocive era una modifica ai software delle loro auto diesel.
Cauta la reazione della cancelliera Angela Merkel, secondo cui le conseguenze immediate non saranno massicce, la sentenza essendo «limitata a singole città», dove sarà tanto più necessario «negoziare delle soluzioni ragionevoli».
Ma Jürgen Resch, il capo di DUH, definisce la decisione «una disfatta per la politica della Grosse Koalition, che si è schierata chiaramente a favore dell’industria dell’auto».