Conte, l’avvocato alla «Meritocrazia»: il mio cuore è sempre stato a sinistra
Chi sono i «componenti dell’esecutivo» M5S
Non un governo di «tecnici», dice Luigi Di Maio, ma persone «di testa e cuore». La precisazione, naturalmente, è volta a evitare paragoni sgraditi con altri esecutivi del passato, vedi governo Monti, considerati dai 5 Stelle molto negativi. Ma la sostanza è quella. Il premier in pectore, nella scelta dei 17 ministri che insieme a lui potrebbero comporre la squadra, ha cercato di pescare fuori dal Movimento, per trovare competenze. E i primi nomi certi sono un generale, una dirigente ministeriale e tre docenti.
Il primo annunciato è stato Sergio Costa, generale dei Carabinieri, già comandante del Corpo forestale dello Stato in Campania. Il generale finirebbe all’ambiente. Decisione motivata con le inchieste sulla «Terra dei Fuochi», terra che Di Maio ha molto a cuore. I 5 Stelle, del resto, hanno buoni rapporti con le forze dell’ordine e non è escluso che ci sia qualche altro innesto, all’insegna di legge e ordine. Richiama invece la logica del rientro dei «cervelli in fuga» la scelta di Lorenzo Fioramonti. Che da tempo (partendo dal quartiere romano di Tor Bella Monaca) è emigrato in Sud Africa, dove è diventato docente di Economia politica all’università di Pretoria. Fioramonti, alfiere del «No Pil», ha accettato con entusiasmo, spiegando che cercherà di dare «un approccio nuovo allo sviluppo sostenibile per il Paese». E di essere pronto, «finalmente, a mettere in pratica le ricerche che conduco da oltre un decennio».
Al ministero del Lavoro e della Previdenza sociale si conferma un nome di cui si era parlato nei giorni scorsi: Pasquale Tridico, economista e docente all’università di Roma Tre, che da tempo collabora con il Movimento su reddito di cittadinanza e pensioni. Intervistato da Giovanni Floris sulla legge Fornero, spiega: «Gli autori stessi hanno iniziato a cambiarla, hanno inserito l’ape sociale, hanno introdotto alcune categorie esentate e si sono occupati degli esodati. Mi sembra ragionevole che una persona, dopo aver lavorato 40 anni, possa andare in pensione».
Al ministero dell’agricoltura, invece, arriverebbe Alessandra Pesce. Scelta perché, spiega Di Maio, «me l’hanno segnalata in tanti». Non è certo una seguace dei 5 Stelle della prima ora: è stata a lungo dirigente del ministero e capo della segreteria tecnica del viceministro all’agricoltura Andrea Olivero, nonché responsabile del servizio ricerche dell’inea, Istituto nazionale di economia agricola. In diversi interventi ha parlato a nome del governo, sia pure per la sua competenza tecnica.
L’altro nome annunciato, al ministero della Pubblica amministrazione della Deburocratizzazione e della meritocrazia, è quello di Giuseppe Conte, avvocato civilista e docente di Diritto privato all’università di Firenze. È stato presidente della commissione speciale del Consiglio di Stato che si è occupata del caso di Francesco Bellomo, il consigliere finito nei guai per i corsi di magistratura a base di avance e minigonne. Conte ha annunciato le sue dimissioni da componente laico del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa.
Contrariamente ai militanti e dirigenti storici del Movimento, Conte non ha remore nel «confessare» le sue opinioni politiche: «Il mio cuore ha tradizionalmente battuto a sinistra. Il primo contatto con M5S risale a quattro anni fa». Sulla Pa, aggiunge Conte, «ci sarà molto da fare».
Tra gli altri nomi probabili nella squadra ci sono i fedelissimi Alfonso Bonafede e Massimo Fraccaro, l’attivissimo Danilo Toninelli, ma anche esterni come Pierpaolo Silleri al ministero della Salute e Nathalie Tocci alla Farnesina (altre due donne sono annunciate a Interno e Difesa).
Fioramonti (Sviluppo) «Sono pronto a mettere in pratica le ricerche che conduco da un decennio»
Tridico (Lavoro)
«La legge Fornero? Bisogna poter andare in pensione dopo 40 anni»