Corriere della Sera

Conte, l’avvocato alla «Meritocraz­ia»: il mio cuore è sempre stato a sinistra

Chi sono i «componenti dell’esecutivo» M5S

- di Alessandro Trocino

Non un governo di «tecnici», dice Luigi Di Maio, ma persone «di testa e cuore». La precisazio­ne, naturalmen­te, è volta a evitare paragoni sgraditi con altri esecutivi del passato, vedi governo Monti, considerat­i dai 5 Stelle molto negativi. Ma la sostanza è quella. Il premier in pectore, nella scelta dei 17 ministri che insieme a lui potrebbero comporre la squadra, ha cercato di pescare fuori dal Movimento, per trovare competenze. E i primi nomi certi sono un generale, una dirigente ministeria­le e tre docenti.

Il primo annunciato è stato Sergio Costa, generale dei Carabinier­i, già comandante del Corpo forestale dello Stato in Campania. Il generale finirebbe all’ambiente. Decisione motivata con le inchieste sulla «Terra dei Fuochi», terra che Di Maio ha molto a cuore. I 5 Stelle, del resto, hanno buoni rapporti con le forze dell’ordine e non è escluso che ci sia qualche altro innesto, all’insegna di legge e ordine. Richiama invece la logica del rientro dei «cervelli in fuga» la scelta di Lorenzo Fioramonti. Che da tempo (partendo dal quartiere romano di Tor Bella Monaca) è emigrato in Sud Africa, dove è diventato docente di Economia politica all’università di Pretoria. Fioramonti, alfiere del «No Pil», ha accettato con entusiasmo, spiegando che cercherà di dare «un approccio nuovo allo sviluppo sostenibil­e per il Paese». E di essere pronto, «finalmente, a mettere in pratica le ricerche che conduco da oltre un decennio».

Al ministero del Lavoro e della Previdenza sociale si conferma un nome di cui si era parlato nei giorni scorsi: Pasquale Tridico, economista e docente all’università di Roma Tre, che da tempo collabora con il Movimento su reddito di cittadinan­za e pensioni. Intervista­to da Giovanni Floris sulla legge Fornero, spiega: «Gli autori stessi hanno iniziato a cambiarla, hanno inserito l’ape sociale, hanno introdotto alcune categorie esentate e si sono occupati degli esodati. Mi sembra ragionevol­e che una persona, dopo aver lavorato 40 anni, possa andare in pensione».

Al ministero dell’agricoltur­a, invece, arriverebb­e Alessandra Pesce. Scelta perché, spiega Di Maio, «me l’hanno segnalata in tanti». Non è certo una seguace dei 5 Stelle della prima ora: è stata a lungo dirigente del ministero e capo della segreteria tecnica del viceminist­ro all’agricoltur­a Andrea Olivero, nonché responsabi­le del servizio ricerche dell’inea, Istituto nazionale di economia agricola. In diversi interventi ha parlato a nome del governo, sia pure per la sua competenza tecnica.

L’altro nome annunciato, al ministero della Pubblica amministra­zione della Deburocrat­izzazione e della meritocraz­ia, è quello di Giuseppe Conte, avvocato civilista e docente di Diritto privato all’università di Firenze. È stato presidente della commission­e speciale del Consiglio di Stato che si è occupata del caso di Francesco Bellomo, il consiglier­e finito nei guai per i corsi di magistratu­ra a base di avance e minigonne. Conte ha annunciato le sue dimissioni da componente laico del Consiglio di presidenza della Giustizia amministra­tiva.

Contrariam­ente ai militanti e dirigenti storici del Movimento, Conte non ha remore nel «confessare» le sue opinioni politiche: «Il mio cuore ha tradiziona­lmente battuto a sinistra. Il primo contatto con M5S risale a quattro anni fa». Sulla Pa, aggiunge Conte, «ci sarà molto da fare».

Tra gli altri nomi probabili nella squadra ci sono i fedelissim­i Alfonso Bonafede e Massimo Fraccaro, l’attivissim­o Danilo Toninelli, ma anche esterni come Pierpaolo Silleri al ministero della Salute e Nathalie Tocci alla Farnesina (altre due donne sono annunciate a Interno e Difesa).

Fioramonti (Sviluppo) «Sono pronto a mettere in pratica le ricerche che conduco da un decennio»

Tridico (Lavoro)

«La legge Fornero? Bisogna poter andare in pensione dopo 40 anni»

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