Se la realtà supera le «bufale»
Mentre gli hacker russi se ne sono stati (finora) con le mani in mano senza condizionare con i loro torbidi disegni la campagna elettorale, come avevano previsto i complottisti italiani, facendo mente locale si può fare un primo elenco di episodi che sembrano fake news orchestrate dagli hacker, ma che invece sono comica, o drammatica, verità. Per esempio solo una mente incline alla trama goticheggiante poteva immaginare che nel pieno di una campagna elettorale il leader di un partito, Giorgia Meloni, si sarebbe messa a guerreggiare con il direttore del Museo Egizio di Torino. Nessuno poteva inventare fake news migliore della candidata grillina che ha vantato nel suo curriculum vidimato dal Movimento Cinque Stelle rapporti professionali con Angela Merkel. O il candidato grillino che aveva omesso dal suo curriculum una condanna per aver adulterato aggeggi elettronici. Nella patria del camaleontismo parlamentare rivestito con i panni nobili del dettato costituzionale che esclude il vincolo di mandato, principio nobile tradotto più pedestremente «mi faccio gli affaracci miei e vado dove mi pare e gli elettori che mi hanno votato facciano il piacere di tacere», sembra quasi un’esagerazione la competizione in Calabria tra un rappresentante del centrodestra che viene dal centrosinistra e uno del centrosinistra che viene dal centrodestra: il trasformismo a specchio, una nuova specialità italiana. Non si poteva immaginare che nel 2018 un candidato della Lega potesse ancora parlare di «razza bianca». O che una furibonda polemica sulle «foglioline» nel simbolo impegnasse la gestazione di Liberi e uguali. O che Maria Elena Boschi disertasse i comizi nel lontano Sud Tirolo in cui è stata catapultata. O che Berlusconi davanti alla platea in visibilio dei costruttori si producesse nella caricatura di uno sciancato. O che nelle famiglie potenti del Partito democratico campano ci fosse qualche problemino con le ecoballe. Ecoballe, che non sono le balle altrimenti dette fake news. Ancora pochi giorni a disposizione degli hacker russi per completarne l’elenco.