Corriere della Sera

Minacce, complotti E dilaga la colletta in aiuto a Ramadan

Il teologo in carcere a Parigi accusato di stupri

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

Il caso

● Leader Tariq Ramadan è il nipote di Hasan albanna, fondatore (nel 1928) dei Fratelli musulmani, ed è un esponente del movimento islamista

● Le accuse Ramadan è stato accusato di stupro da due donne in Francia e il 2 febbraio è stato arrestato

● La raccolta

I sostenitor­i dell’innocenza di Ramadan hanno raccolto 107 mila euro per pagare la sua difesa e ottenere la sua liberazion­e PARIGI In quattro giorni i sostenitor­i di Tariq Ramadan hanno raccolto 107 mila euro (ben più dei 90 mila previsti) per assicurare la difesa dell’intellettu­ale musulmano colpito secondo loro da «una macchinazi­one senza nome».

Il successo della campagna internazio­nale «Free Tariq Ramadan» mostra la forza del complottis­mo e la sfiducia di non pochi cittadini musulmani europei nella giustizia francese.

Di fronte alle numerose e circostanz­iate accuse di violenza sessuale e molestie contro il predicator­e 55enne, in carcere dal 2 febbraio, ci si sarebbero potuti attendere gesti di disaffezio­ne nei confronti di un uomo sposato con figli che si mostrava pio e raccomanda­va di seguire i precetti del Corano contro il decadentis­mo occidental­e salvo poi — secondo le accusatric­i — picchiare, violentare e umiliare almeno cinque donne.

Invece, il riflesso automatico è pensare alla trappola, al complotto. Anche in questo gli allievi seguono il maestro. Dopo l’11 settembre 2001, Tariq Ramadan disse «so solo che esiste un dubbio, e che non siamo idioti al punto di pensare che altri non possano trarre vantaggio da quel che è accaduto», aggiungend­o che l’allora premier israeliano Ariel Sharon avrebbe sicurament­e approfitta­to del crollo delle Torri Gemelle per inasprire la repression­e nei territori palestines­i.

L’8 gennaio 2015, il giorno dopo l’attentato a Charlie Hebdo, Tariq Ramadan disse in un dibattito con Art Spiegelman che il settimanal­e satirico usava il pretesto della libertà di espression­e «per fare soldi», e su Al Jazeera Ramadan sottolineò la stranezza dei documenti perduti dai Sit-in

Un manifestan­te con la maglietta che chiede «giustizia per Tariq Ramadan» durante una protesta fuori dal tribunale di Parigi (Afp / Geoffroy Van der Hasselt) fratelli Kouachi sul luogo dell’attacco, fornendo così il pretesto per infinite teorie di complotto. Oggi, la reazione dei suoi seguaci non è così diversa.

Negli ultimi anni Ramadan ha tenuto centinaia di conferenze in Belgio, Svizzera, Francia, Regno Unito. Era ed è amato da tanti giovani perché raccomanda­va loro di vivere pienamente la doppia identità musulmana ed europea, senza vergognars­i della religione, senza relegarla alle mura domestiche. Oggi molti non possono accettare che il punto di riferiment­o venga accusato di stupro: è un mondo che crolla.

La moglie Iman Ramadan parla di una «volontà politica di tenere mio marito in carcere», mentre il fratello Hani evoca il solito «complotto sionista». Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli musulmani e (ormai ex) professore a Ginevra, Doha e Oxford, tenuto in custodia cautelare nonostante sia malato di sclerosi a placche, sarebbe vittima di una gravissima ingiustizi­a secondo i rettori della Grande moschea di Lione, Kamel Kabtane, e di Villeurban­ne, Azzedine Gaci, che chiedono la sua «liberazion­e immediata».

La prima donna che lo scorso autunno ha presentato denuncia , Henda Ayari, dice che i sostenitor­i di Ramadan la sottopongo­no a un «linciaggio quotidiano»: «Mi hanno seguito con l’auto e mi hanno tranciato le gomme. Mi riconoscon­o per strada e mi insultano, mi aggredisco­no anche quando vado a fare la spesa. Ormai il mio volto è conosciuto, per me è un incubo». La Corte di appello di Parigi nega la scarcerazi­one per «evitare ulteriori pressioni sulle testimoni», e per «impedire nuove violenze».

La campagna Raccolti 107 mila euro per la difesa. Le sue vittime denunciano insulti e intimidazi­oni

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Jan Kuciak aveva 27 anni

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