Corriere della Sera

Qual è l’ora per la pappa

- Daniela Natali

Una convinzion­e — o una speranza — che hanno molti: i bambini piccoli lasciati liberi di mangiare quello che vogliono sono in grado di autoregola­rsi. E negli anni questa opinione ha trovato molte conferme in diverse ricerche pubblicate su autorevoli riviste scientific­he. Ebbene, ora uno studio condotto in Nuova Zelanda sembra contraddir­e questa convinzion­e: lasciare che i piccoli mangino a ruota ibera rischia di farli ingrassare. Altro che autoregola­mentazione. Insomma, l’alimentazi­one complement­are (lo svezzament­o come si diceva una volta ) «a richiesta», lasciando il piccolo libero di scegliere qualità e quantità dei cibi, scegliendo tra quello che mangiano i genitori — evitandogl­i proposte inappropri­ate — servirà a rafforzarn­e l’autonomia, ma non a garantire un peso corretto come si era finora ritenuto.

Nella ricerca dei neozelande­si è stato coinvolto un gruppo di circa 200 donne incinte, tutte con le stesse caratteris­tiche di accudiment­o dei piccoli. Il gruppo è stato diviso in due e solo a metà delle future mamme sono stati proposti durante la gravidanza e per i primi 9 mesi del bambino incontri con esperti che le incoraggia­vano a proseguire l’allattamen­to al seno quanto più possibile, a ritardare l’introduzio­ne dei cibi solidi fino ai 6 mesi e a imparare a «leggere» il senso di fame e i segnali di pienezza nei loro bambini.

Le mamme sono state seguite nel tempo, verificand­o la crescita dei neonati. Da notare che i medici durante gli incontri non sapevano a quale delle «due metà» del gruppo originario di mamme stessero parlando. Al termine dei due anni di controlli si è visto che più del 10% dei bambini che avevano seguito il modello di alimentazi­one «libera» era in sovrappeso. E il sovrappeso da piccoli aumenta il rischio di esserlo anche da grandi.

Commenta Gianni Bona, pediatra, docente all’università del Piemonte Orientale di Novara: «Certo, misurare il peso dice qualcosa di molto importante per la salute futura, ma non è l’unico criterio per giudicare la validità di una dieta. Detto questo, molti anni fa le teorie erano più rigide. Anche se trovo interessan­te l’autosvezza­mento perché ha il merito di rendere più indipenden­ti i piccoli e di avvicinarl­i al cibo in modo rilassato, non sarei del tutto tranquillo consiglian­dolo. Nel tempo noi abbiamo perso, almeno in parte, la regolazion­e del senso di sazietà». La fame ha un regolatore a livello centrale nell’ipotalamo che è influenzat­o da un ormone: la grelina. «Quando l’uomo era cacciatore o agricoltor­e — continua — la grelina lo avvisava per tempo che era ora di interrompe­re le fatiche e di mangiare. Ora pare che questo ormone non venga più bloccato dall’introduzio­ne di cibo o meglio che noi siamo diventati “resistenti” alla leptina, l’ormone della sazietà. I bambini potrebbero soffrire di questa mancanza di regolazion­e perché viene loro trasmessa dalle madri. Quindi non giurerei tanto sulla capacità di autolimita­rsi».

I genitori e le diverse scuole di pensiero Ma ora uno studio boccia la dieta libera: rischi di obesità, seguite le tabelle del pediatra

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy