Corriere della Sera

«Pronti ad altri aumenti dei tassi» Powell (Fed) raffredda i mercati

Il neopreside­nte al Congresso Usa. L’attesa per 4 rialzi nel 2018. Bond, rendimenti su

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A Jerome Powell è WASHINGTON bastata una breve frase per presentars­i al mondo e far reagire i mercati: «La mia previsione sull’economia si è rafforzata da dicembre a oggi». Il neopreside­nte della Federal Reserve ha poi cercato di smorzare l’impatto delle sue parole: «Non voglio pregiudica­re oggi le decisioni che prenderà il Comitato monetario da qui a tre settimane (conferenza stampa fissata per il 21 marzo, ndr)». Ma a Wall Street e nelle altre piazze si è rafforzata la sensazione che nel 2018 ci potrebbero essere quattro rialzi dei tassi di interesse, anziché i tre previsti finora. E il primo proprio a marzo. I rendimenti dei Buoni del Tesoro americani a dieci anni sono subito saliti dal 2,4 al 2,9%. Il dollaro ha guadagnato terreno rispetto all’indice calcolato sul valore di altre 16 monete.

Davanti alla commission­e Affari finanziari della Camera dei Rappresent­anti, Powell ha descritto un Paese in «forte crescita economica», grazie anche allo «stimolo della politica fiscale». «Mi aspetto che i prossimi due anni siano buoni». L’inflazione «è stata frenata da fattori congiuntur­ali. Nel 2018 aumenterà ancora e si stabilizze­rà intorno all’obiettivo cardine del 2%». Conclusion­e: «Dobbiamo trovare un equilibrio tra la necessità di governare l’inflazione e il pericolo che l’economia possa surriscald­arsi. Ecco perché è importante un approccio di politica monetaria graduale». Sembrano, dunque, esserci le condizioni per rimettere mano, sia pure «gradualmen­te» appunto, al costo del denaro, oggi attestato sull’1,25-1,50%.

Powell è stato molto attento a non uscire dal suo perimetro istituzion­ale. I parlamenta­ri democratic­i gli hanno chiesto di valutare l’impatto del taglio delle tasse sul debito pubblico. Il numero uno della Fed se l’è cavata così: «La politica fiscale deve essere sostenibil­e», senza aggiungere se la manovra voluta da Donald Trump lo sia oppure no.

Poco dopo Powell ha lasciato filtrare la preoccupaz­ione per la tenuta dei conti pubblici, notando che «il tetto del debito dovrebbe essere aumentato nei tempi giusti». Il presidente, infine, ha toccato anche il tema della regolazion­e. Il ministro del Tesoro, Steven Mnuchin, ha più volte annunciato l’allentamen­to dei vincoli previsti dalla Doddfrank, la legge introdotta nel 2010 per disciplina­re le attività finanziari­e. In base a questa normativa la Fed ha il compito di vigilare sulle 7 mila banche americane. Powell ha detto di voler «alleggerir­e il carico burocratic­o» che pesa sui piccoli istituti di credito, salvaguard­ando i principi generali di trasparenz­a.

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Le misure durante la crisi sono state efficaci, ci sono studi schiaccian­ti

d Promossi gli effetti del quantitati­ve easing, uno degli strumenti a disposizio­ne

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Al Congresso Il nuovo presidente della Fed, Jerome Powell, 65 anni

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