«Io sovrintendente grazie ai politici? Così si fa nella lirica»
Cecilia Gasdia al vertice dell’arena di Verona: vicina a Fratelli d’italia, giudicatemi dai fatti
«S ono il primo sovrintendente donna e cantante di una Fondazione lirica in Italia — dice Cecilia Gasdia — ma sono anche direttore artistico. Faccio due lavori al prezzo di uno». E sorride. Ma con toni secchi e perentori, grandi obiettivi e tante polemiche sulla nomina del soprano veronese, 57 anni, al vertice dell’arena della sua città, incarico che comprende la stagione invernale al Teatro Filarmonico.
Finito ufficialmente il commissariamento l’8 gennaio, dopo undici giorni è stata nominata, tra baruffe politiche, sovrintendente con un contratto di cinque anni. Gasdia ha cantato per i direttori più prestigiosi, Karajan, Kleiber, Abbado, Muti; specialista rossiniana, ha creduto, con Pavarotti, nel mix di lirica e pop, lavorando con Dalla e Cocciante. Da piccola fu bocciata alle audizioni dello Zecchino d’oro: «Cantai Popoff. Ci rimasi malissimo».
Come sarà la «sua» Arena?
«Mi farò aiutare dal passato: ● Cecila Gasdia ha debuttato nel 1981 come «Luisa Miller» di Verdi remoto, non recente, che ha prodotto scelte disgraziate da ogni punto di vista. Ma con occhio moderno. Quindi si torna a nuovi allestimenti kolossal di celebri registi».
E le voci?
«Ci sono trattative con i grandi che non hanno mai cantato in Arena, Jonas Kaufmann, Anna Netrebko, Yusuf Eyvazov. Ma anche nomi meno noti e di assoluto talento come i soprani Nadine Sierra e Sondra Radvanovsky. Andremo a cercare giovani da valorizzare. Ho ingaggiato nella nostra squadra un polacco di 23 anni. Ci fu in passato un tentativo di dare vita a un ensemble di casa, sull’esempio di Vienna, che non riuscì. Come direttori nel libro dei sogni ho Pappano e Dudamel, più uno che non nomino per scaramanzia».
I titoli in un grande contenitore come l’arena saranno quelli di sempre?
«Aida, Carmen, Turandot. Sperimenteremo di più nel chiuso del Filarmonico, penso a Giulietta e Romeo di Riccardo Zandonai, che era delle nostre parti, o al Mefistofele di Boito di cui nessuno ricorda il centenario della morte».
Ma il passivo?
«Dobbiamo fare i conti con un periodo, ancora non finito, di grandi difficoltà economiche. Però i privati stanno tornando, la marcia si inverte».
Com’è possibile che…
«Che un colosso come l’arena il cui budget di 44 milioni proviene per due terzi da biglietti e sponsor abbia rischiato di chiudere? Contrazione di fondi pubblici e di pubblico, poi non si è fatto nulla per ridurre i costi».
Il disciolto corpo di ballo tornerà in vita?
«Otto Fondazioni non ce Soprano Cecilia Gasdia al Teatro di corte della Reggia di Caserta nello spettacolo
«Il parco delle meraviglie» del 2010 l’hanno più. È un capitolo difficile, siamo l’unico teatro che ha due stipendi in meno, in autunno dobbiamo restare chiusi per i debiti. L’errore fu di non chiedere aiuto ai fondi della legge Bray, il San Carlo di Napoli ebbe 27 milioni, da noi dissero: siamo i più bravi. Aderimmo solo nel 2016 e lo Stato diede 10 milioni».
L’ex sindaco Flavio Tosi ha detto che la sua è una nomina partitica.
«Ho fatto campagna elettorale per Fratelli d’italia. Quasi tutte le nomine nella lirica vengono dai partiti. La differenza è la competenza. Non voglio polemizzare con chi mi ha preceduto (Girondini, voluto da Tosi quando era alla Lega, ndr). ».
«L’espresso» le ha dedicato la rubrica Buuh.
«Giudicatemi quando porterò i risultati. Mi criticano quelli che hanno fatto il buco. Ma con me è sempre stato così. A 20 anni ero la più giovane, su 370, al concorso Callas: lo vinsi, mi diedero sei mesi di vita come cantante. Non mi zittiscono le cattiverie».
La accusano di aver preso l’ex sovrintendente Renzo Giacchieri come tutor.
«Ebbe due mandati, conosce il teatro: sarà un pater familias».
Il programma «Penso ai fasti del passato. Quindi si torna ad allestimenti kolossal di celebri registi»