Corriere della Sera

Il Milan passa ai rigori È finale con la Juve

Con la Lazio non bastano 210’ per un gol Portieri super, poi Romagnoli vale la finale

- Agresti, Bocci, Ravelli, Sconcerti, Tomaselli

ROMA Lo splendido quarantenn­e che porterà la ragazza al gran ballo della finale di Coppa Italia è Rino Gattuso. Ci sono voluti 180’ e i rigori a oltranza, ma tra le tante sfide, l’allenatore rossonero ha vinto anche quella con Simone Inzaghi per il titolo di mister dell’anno. Decisament­e meritato, per come ha saputo trasformar­e una squadra goffa, insicura e un po’ racchia, nella bellezza del momento. Così il 9 maggio ci sarà lui, che proverà a vendicare la finale persa da Brocchi nel 2016. Ma Inzaghi, che per non essere da meno adotta lo stesso look del collega, giacchetta leggera nel gelo dell’olimpico, può rammaricar­si perché la sua Lazio è stata bella, come non era da tempo, e ha fatto soffrire il Milan come non succedeva da due mesi. Ma il Milan di Gattuso è così: può soffrire, ma si aiuta, gioca da squadra, non cade, ha una resistenza da duracell, poteva vincere con Kalinic che si mangia un gol alla fine del secondo tempo supplement­are, ed è anche fortunato. Alla fine, è un tifoso della Lazio, Romagnoli, a segnare il rigore decisivo e a mandare tutti in finale.

Partita bella, con mille emozioni. Meglio la Lazio all’inizio. Prima su tutte le palle, intensa, aggressiva, velocissim­a, crea pericoli soprattutt­o con le triangolaz­ioni tra Luis Alberto (Bonucci prova a fermarlo facendo il paracarro, rischia la punizione) e Immobile. Il Milan, con gli stessi undici che hanno battuto la Roma, si copre compatto nello stesso modo, ma sbaglia molto di più. Così, nei primi 20’ si vedono due miracoli di Donnarumma: Immobile di testa costringe Gigio a volare e Milinkovic-savic chiama un suo intervento di piedi. Poi ci si mettono Calhanoglu che buca un pallone e Rodriguez che serve Milinkovic, il cui tiro potente esce di poco. Il Milan è un po’ stordito, ma come capita ora, resta in partita: l’occasione migliore gli arriva quando Strakosha di pugni ribatte male un cross di Calhanoglu e il baby d’oro Cutrone manca l’impatto giusto.

La partita è bella, con la Lazio che spinge e il Milan che prova a ripartire. Donnarumma rischia lasciando sfilare un pallone, ma si riscatta opponendos­i al tiro di Immobile, liberato da un tacco di Luis Alberto (che poi cade chiedendo il rigore, la Var dice no). La ripresa inizia nello stesso modo: la Lazio prova ad alzare i ritmi e a sfondare al centro, ma il Milan non cede. Anzi, le ripartenze sono più pericolose e Calabria, dopo aver trovato il primo gol contro la Roma, si avvicina al bis, ma Strakosha si supera.

Inzaghi prova a cambiare sostituend­o Luis Alberto con Felipe Anderson, Gattuso prova a far rialzare un po’ la squadra, inserendo Kalinic. I ritmi calano, i supplement­ari fanno paura. Romagnoli chiude splendidam­ente su Milinkovic, Kalinic, dopo un magnifico contropied­e, spreca l’occasione della sua stagione calciando alto.

Poi ci sono i rigori, a oltranza: Romagnoli la decide al 14° tiro. Il Milan va al ballo e Gattuso diventa anche biondo con gli occhi azzurri, come Brad Pitt.

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 ?? (Ansa) ?? Felicità I giocatori del Milan festeggian­o dopo aver eliminato ai rigori la Lazio: nella finale di Coppa Italia li attende la sfida con la Juventus
(Ansa) Felicità I giocatori del Milan festeggian­o dopo aver eliminato ai rigori la Lazio: nella finale di Coppa Italia li attende la sfida con la Juventus

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