Corriere della Sera

Allarmi ignorati, poi la strage

Si barrica in casa e dopo sette ore di trattativa si toglie la vita. Non accettava la separazion­e Carabinier­e spara alla moglie e uccide le figlie. Lei avvertì: tenetelo lontano

- DAL NOSTRO INVIATO (Facebook) Fulvio Fiano (ha collaborat­o Michele Marangon)

Lei lo aveva detto, «tenetelo lontano da me e le mie figlie, è violento». E la tragedia, annunciata, ieri si è consumata. L’appuntato Luigi Capasso, 43 anni, ha armato la pistola d’ordinanza e con quella in pugno ha atteso in garage la moglie da cui si stava separando. Le ha sparato tre colpi ferendola gravemente, poi ha preso le chiavi dalla borsetta, è salito in casa e ha ucciso le figlie di 7 e 13 anni. E si è barricato. Per sette ore i colleghi hanno cercato di farlo arrendere, inutilment­e. Il carabinier­e si è suicidato.

Le vite di Luigi Capasso e Antonietta Gargiulo si incrociano per l’ultima volta all’alba di ieri davanti al portellone di un box auto, in via Collina dei Pini a Cisterna di Latina. Lui, 43 anni, carabinier­e, ha appena finito il turno di notte in caserma a Velletri, che — da quando si sono separati cinque mesi fa — è diventata casa sua. Lei, 39 anni, è appena uscita per raggiunger­e lo stabilimen­to Findus dove lavora. Il militare le spara tre colpi di pistola guardandol­a in viso, le sfila le chiavi dalla borsa mentre lei geme chiedendo aiuto, entra in casa e uccide le figlie di 13 e 7 anni, a sangue freddo. Più tardi, con la stessa arma, l’uomo si toglie la vita al termine di sette ore di trattativa per farlo arrendere.

L’epilogo di un matrimonio durato 17 anni lascia in un silenzio incredulo questa traversa di poche case e qualche negozio che si apre sull’appia in direzione Castelli Romani. Palazzine in mattoni rossi, via privata senza uscita, da una parte la scuola, dall’altra i campi coltivati, dove la separazion­e fra Antonietta e suo marito non era un mistero per nessuno. «Sapevamo dei litigi, lui non si faceva più vedere. Ma nessuno immaginava questo», dirà una ragazza.

Sono le 5.30 quando una vicina della palazzina di fronte, che affaccia sul piano ribassato dei box, sente i tre spari e vede la 39enne a terra che chiede aiuto, sanguinant­e: «Mio marito entra in casa, fermatelo». In pochi minuti arrivano i carabinier­i del Comando provincial­e, qualche tempo dopo l’ambulanza che trasporta Antonietta al San Camillo di Roma. I colpi l’hanno raggiunta allo zigomo sinistro, alla scapola e all’addome. È ricoverata in gravi condizioni sotto costante sedazione e non sa cosa è successo dopo. Fatta irruzione in casa, Capasso uccide prima Martina, 7 anni, che è nel letto matrimonia­le dove ha dormito, con due colpi all’addome. Poi va nella cameretta di Alessia, che ha sentito gli spari ed è in piedi. Viene raggiunta da un proiettile in petto. Solo pochi minuti e in casa sarebbe arrivata la baby sitter. Anche lei si unisce impotente alla folla che spera in un esito positivo della trattativa.

L’assassino si barrica dentro e parla a lungo con i colleghi e uno psicologo affacciati dal balcone dei vicini. Alle 13.15 rientra e si punta la pistola sotto il mento. L’irruzione successiva constata i tre decessi. Sul posto arrivano i parenti della coppia, originaria di Napoli. «Balordo! Doveva uccidersi lui e risparmiar­e mia figlia e le bambine», dice la mamma di Antonietta sorretta dal marito. Pochi mesi fa la 39enne era stata aggredita davanti alla fabbrica, strattonat­a e minacciata. Aveva presentato un esposto in questura, ma senza calcare la mano per non rovinare il padre delle sue figlie. «Luigi era geloso — dice un negoziante, ripetendo quella spiegazion­e di rito sentita già tante, troppe volte —, era furioso perché lei aveva mandato un sms ad un suo collega per sfogarsi».

Il negoziante

«Era furioso perché lei aveva mandato un sms a un suo collega per sfogarsi»

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Insieme Luigi Capasso, 43 anni, con la moglie Antonietta Gargiulo, 39 anni, e le figlie Martina, 7 anni, e Alessia, 13 anni

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