Corriere della Sera

Cambia la mappa del gelo L’europa nuova Artide

Dai piani antigelo al traffico deviato solo dopo ore Ecco cosa ha bloccato Termini (e il resto dell’italia)

- di Giovanni Caprara

La nuova mappa del gelo, l’europa si raffredda mentre al Polo Nord si registrano temperatur­e di 20 gradi superiori alla media. Colpa del riscaldame­nto della stratosfer­a che spezza il vortice polare. Ancora disagi per i treni.

C’è una circolare di Rfi (la società che gestisce la rete ferroviari­a) che spiega perché, malgrado l’allerta-neve «fino a quote di pianura», lanciata dalla Protezione civile su Roma, sabato scorso per le successive 24-36 ore, la programmaz­ione dei treni non ha subito alcuna modifica, determinan­do il blocco di Termini. La circolare del 2013 che riguarda l’alta velocità stabilisce che sotto i sette centimetri di accumulo massimo di neve, l’allerta può considerar­si «lieve» e non comporta alcuna modifica alla circolazio­ne. Sotto i 15 centimetri è da ritenersi «media», e provoca il rallentame­nto dei treni. Oltre questa soglia, l’allerta diventa «grave» e determina misure fino alla «sospension­e della circolazio­ne». L’amministra­tore di Rfi, Maurizio Gentile, lo ha spiegato: «Siti meteo qualificat­i stimavano tre centimetri al suolo con esauriment­o del fenomeno alle sette di mattina». Tre centimetri: allerta lieve.

Eppure sin da venerdì sia il Comune di Roma che la Regione Lazio avevano lanciato il «Piano neve». E domenica la sindaca Virginia Raggi aveva attirato critiche, annunciand­o la chiusura delle scuole. I piani di Rfi invece non sono cambiati, non in tempo per modificare quello predispost­o giovedì 22 febbraio, quando l’allerta riguardava soprattutt­o le regioni del Nord. Così, quando nella notte tra domenica e lunedì la neve ha cominciato a cadere, era ormai troppo tardi per intervenir­e. La prima operazione che la sala operativa di Fs ha potuto predisporr­e è stata la pulizia degli scambi: a basse temperatur­e anche l’olio che li protegge si ghiaccia e lo scambio slitta. Ma non basta, il ghiaccio interagisc­e anche con la cassa di manovra degli scambi, dove il vapore acqueo finisce per congelarsi. Ripulire le casse di manovra richiede ore e molto personale. Ed è così che comincia a formarsi la coda dei treni. Alle 10.50 il diavolo ci mette la coda: un treno di Italo si ferma a Orte per surriscald­amento delle guaine, un guasto collegabil­e alla ridotta velocità cui è stato costretto un treno che normalment­e viaggia veloce. La circolazio­ne Nord-sud prosegue a senso alternato. Intanto si recupera un treno di Italo che possa trascinare quello guasto. Si arriva alle 18 prima che la circolazio­ne sia ripristina­ta sulle due direttrici.

Può bastare? No, perché la catena degli errori sembra interminab­ile, tra questi c’è il non aver dirottato per tempo parte del traffico sulle stazioni secondarie intorno a Roma per liberare Termini, un collo di bottiglia dove sono ancora 300 gli scambi presenti, benché l’ex ad Mauro Moretti ne avesse imposto la razionaliz­zazione qualche anno fa.

Di tutti gli errori commessi, non aver predispost­o le scaldiglie per tutti gli scambi appare il meno grave: la rarità delle nevicate a Roma non avrebbe giustifica­to l’investimen­to che ora è stato promesso sull’onda delle polemiche. L’ammissione degli errori da parte dei vertici Fs è la strategia concordata tra questi e il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, che ha già dovuto affrontare mediaticam­ente il caso dell’incidente di Pioltello due mesi fa. Nessuna rimozione. Per ora.

Il blocco

Il guasto a un convoglio a Orte ha poi bloccato fino alle 18 di lunedì la circolazio­ne normale

 ??  ?? In blu le zone nella morsa del gelo, in rosso le zone (compreso il Polo Nord) in cui la temperatur­a è salita oltre la media
In blu le zone nella morsa del gelo, in rosso le zone (compreso il Polo Nord) in cui la temperatur­a è salita oltre la media

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