Fioramonti «ministro» di M5S fa arrabbiare il mondo ebraico
«È anti Israele». «No, fake news». L’olimpionico Fioravanti indicato per lo Sport
La lista completa dei potenziali ministri del potenziale governo dei 5 Stelle sarà resa nota oggi «in una cerimonia suggestiva», dice Luigi Di Maio. I 5 Stelle, intanto, continuano nel loro marketing politico che prevede il disvelamento progressivo dei nomi. Ieri Alessandro Di Battista ha rivelato il nome indicato per lo Sport: il nuotatore e campione olimpico Domenico Fioravanti.
Di Maio si dice sicuro di avere «la maggioranza assoluta» e annuncia i primi provvedimenti, se arriverà al governo. Non una nuova legge elettorale (la vorrebbe Leu, per un governo di «scopo») ma «un ministero per la qualità della vita e l’abolizione di 400 leggi». Meglio non affrontare ora il tema della coalizione di governo, anche se una frase è significativa: «Spero che gli italiani mi diano la maggioranza per poter ignorare la Lega». Se così non fosse, se ne desume, i 5 Stelle si acconcerebbero a dialogare con il Carroccio.
La strategia mediatica espone molto i «ministri», quasi tutti neofiti del Movimento. La comunicazione cerca di evitare troppi danni ma le prime esternazioni e le prime ricostruzioni del passato provocano più di qualche grattacapo. Lorenzo Fioramonti, il docente universitario di Pretoria indicato allo Sviluppo economico, è finito sotto accusa per alcune dichiarazioni passate su Israele. Attacco lanciato da Alessandro Litta Modignani, radicale e presidente dell’unione della Associazioni pro Israele (Udai), e subito ripreso da Emanuele Fiano e altri esponenti Pd. Modigliani definisce Fioramonti un «odiatore di Israele», perché «si è rifiutato di prendere parte a una conferenza sull’acqua, per il solo fatto che fosse presente nell’occasione l’ambasciatore di Israele Arthur Lenk». E perché «supporta da tempo il boicottaggio accademico contro Israele». Rincarano la dose Ernesto Carbone e Michele Anzaldi, che parlano di antisemitismo.
Smentisce tutto Fioramonti: «Non ho mai sostenuto il boicottaggio di Israele, è una strumentalizzazione senza precedenti». Luigi Di Maio parla di «fake news» e sostiene che M5S «non è contro Israele, è contro il boicottaggio e non ha un ministro contro Israele. Fioramonti ha già chiarito quella vicenda e telefonerà all’ambasciatore». Eppure, la fonte di tutto è un’intervista comparsa su The Daily Vox, giornale online del Sudafrica. Nella quale Fioramonti sostiene apertamente il boicottaggio, contrariamente a quanto sostiene ora: «Il boicottaggio a Israele — dice — è la chiave per aiutare la causa di una pace equa e sostenibile in Medio Oriente». I 5 Stelle smentiscono questa linea, sia pure definendo «surreali le accuse di antisemitismo».
Fanno discutere anche le prime dichiarazioni di Alessandra Pesce, dirigente delle Politiche agricole, indicata per quel ministero da Di Maio. A Tagadà, la Pesce loda esplicitamente Maurizio Martina: «È stato un buon ministro». La conduttrice Tiziana Panella chiede l’applauso per la sincerità, ma Di Maio, lì a fianco, rabbrividisce. Basta scorrere le cronache per ricordare le posizioni dei 5 Stelle su Martina. Ignazio Corrao (M5S Europa) lo definì «ministro delle agrobugie». Il deputato Paolo Parentela lo accusò di avere smantellato il Cfs, «uno dei corpi più efficienti contro gli ecoreati». E lo stesso Di Maio definì l’articolo 47 della legge di Stabilità «uno dei più infami» e le misure sull’agricoltura «indegne». Più in linea le dichiarazioni di Giuseppe Conte (Pa e Deburocratizzazione), che ha un primo scambio di battute con il ministro (vero, ma uscente) Marianna Madia.
Le lodi a Martina Alessandra Pesce (Agricoltura) loda Martina sempre attaccato da M5S
Dopo che presenteremo la squadra saremo vicini alla maggioranza assoluta Luigi Di Maio