Letta (come Prodi) per Gentiloni «Sostengo lui e la coalizione»
Grasso: sì a governo di scopo per la legge elettorale. Renzi: se perdo, opposizione
A tre giorni dall’apertura dei seggi un altro dei padri nobili del centrosinistra si schiera con Paolo Gentiloni. Questa volta è il turno di Enrico Letta, ex premier ed ex vice segretario del Pd, che si serve di un tweet per fare la sua dichiarazione di voto. «Se penso all’italia e all’europa voglio augurarmi che Paolo Gentiloni ne esca rafforzato con la coalizione». In sostanza, dopo Romano Prodi, Walter Veltroni, Giorgio Napolitano, uno dei fondatori del Nazareno fa un endorsement a favore dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi e della coalizione, senza mai pronunciare il nome del segretario del Pd.
La presa di posizione di Letta viene accolta positivamente dal gotha del partito. Esulta il vicesegretario dem Maurizio Martina: «Le parole di Enrico Letta sono importanti. Come Pd e centrosinistra andiamo avanti con impegno per un’italia più forte e più giusta». Anche chi, come il ministro Luca Lotti, solitamente lontano dai microfoni, si lascia andare in questi termini: «Bene, se Enrico Letta sostiene il centrosinistra abbiamo un voto in più, e questo è importante». Preferisce non esprimere un giudizio Pier Luigi Bersani: «Con Enrico ogni tanto ci sentiamo, lui ha preso la strada che ha preso e credo si trovi anche bene». L’ex segretario del Pd, oggi con Leu, ricorda poi il passaggio «forzato» di consegne del febbraio del 2014 fra Letta e Renzi: «Le cose — spiega — sarebbero dovute andare diversamente e anche io non ho digerito quel campanellino lì: allora avevo una situazione che mi ha impedito, ma se fossi stato lì mi avreste sentito».
Intanto si guarda già a quello che succederà dopo il 4 marzo. Dal salotto di Porta a Porta Pietro Grasso, leader di Leu, si dice disponibile a un governo di «scopo» anche con il Pd e con Forza Italia: «Noi — argomenta — siamo una forza di sinistra responsabile di governo, se ci dovesse essere questo scopo e il presidente Mattarella ce lo chiedesse noi saremmo disponibili». Dopo qualche ora, però, l’ex presidente del Senato è costretto a precisare: «Voglio essere chiaro: Liberi e uguali non è disponibile a nessun governo di larghe intese. Se non ci sarà una maggioranza coesa, l’unico scopo possibile per un governo è cambiare la legge elettorale e tornare rapidamente al voto».
In casa pd, invece, Matteo Renzi teme che il centrodestra e quindi gli «estremisti» possano alla fine spuntarla: «Il voto del 4 marzo è molto importante perché il rischio di un governo estremista c’è, non escludo nemmeno il governo della Lega». Anzi, chiosa, «non escludo nemmeno un governo tra Grillo e la Lega». E in quel caso «se non saremo davanti siamo pronti ad andare all’opposizione». E, al Corriere di Bologna, precisa: «Ogni voto dato al partito di D’alema è un voto che favorisce il centrodestra e gli estremisti».
Il rischio di un governo estremista c’è, non escludo nemmeno un governo tra Beppe Grillo e la Lega Matteo Renzi