Corriere della Sera

Si è inceppato pure il festival delle promesse

- di Pierluigi Battista

Contrariam­ente alla consuetudi­ne, e sempre che, con il generoso aiuto dei finora malmostosi e nullafacen­ti hacker russi, non ci saranno i fuochi d’artificio della vigilia, l’ultima settimana della campagna elettorale più vacua della storia ha visto scomparire il festival delle promesse. Sì certo, è rimasta la chimera della Flat tax, oppure quella sempre più blandament­e proposta del reddito di cittadinan­za di marca Cinque Stelle. Con il Partito democratic­o, che per non cadere nella spirale delle promesse, ha deciso una linea low profile: non dire niente. Era partita con botti e mortaretti. Si aboliva tutto quello che irritava, con costi apocalitti­ci. Ma la ruota delle promesse sembrava inarrestab­ile. Pensioni aumentate a dismisura. Fornero abolita. Bonus per le mamme. Dentiere gratis. Veterinari gratis per gli anziani. Abolizione delle tasse universita­rie. Abolizione del canone Rai. Abolizione dell’abolizione dell’abolizione eccetera, come in una poesia di Gertrude Stein. Ottanta euro universale o quasi. Redditi di povertà. Redditi di inseriment­o. Era una fiera dell’impossibil­e ma si sparavano a raffica le promesse più mirabolant­i. Era la promessa di una campagna elettrizza­ta dalle promesse. Il prologo di ogni delizia. L’antefatto di tutte le cornucopie. Si mobilitò la pattuglia dei più pignoli quantifica­tori: ma questo non si può, questo fa saltare i conti, qui la spesa pubblica esplode. Ma niente, promesse da macinare senza sosta. Tuttavia quello che non hanno potuto gli esperti contabili, ha potuto la stanchezza: la grande, scintillan­te promessa a un certo punto è venuta a noia. Ora ogni promessa viene accolta con un’alzata di spalle, scettica, disincanta­ta. Per un po’ il rinnovato scontro pieno di futuro tra fascisti e comunisti ha sostituito le tavolate delle promesse. Ma poi, negli ultimi giorni della campagna elettorale si torna a baloccarsi con gli scenari più triti. La possibilit­à delle larghe intese, liste dei ministri recapitate via mail al Quirinale, leggi elettorali. E gli hacker russi? Dormono di già.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy