Corriere della Sera

«La ‘ndrangheta è al governo» E a Bratislava si dimettono in tre

Esce l’ultimo articolo del reporter ucciso: accusa lo staff del premier Fico

- Francesco Battistini

L’italian Job. Dichiarare più energia prodotta, per ricevere più sovvenzion­i. O chiedere fondi anche senza averne diritto. Le truffe erano ben collaudate, in anni d’esperienza fra i bergamotti della Calabria. E agli slovacchi chi poteva insegnarle meglio delle ‘ndrine, che hanno il record europeo per le truffe Ue?

Parte da qui l’inchiesta sull’uccisione di Jan Kuciak e della sua fidanzata: un’esecuzione che c’entra con quel che il reporter di Aktuality stava scoprendo. Il suo ultimo articolo — titolo: «La mafia italiana in Slovacchia, i suoi elfi s’estendono alla politica» — somiglia a un epitaffio. «Gli italiani legati alla mafia hanno trovato una seconda casa in Slovacchia», scriveva Jan: «Possiedono tutt’ora decine d’imprese, per decine di milioni d’euro. Gestiscono centinaia di migliaia di ettari di terreno, che attirano milioni di euro di sovvenzion­i». E poi: «Hanno cominciato a fare affari, a sfruttare i fondi europei, ma soprattutt­o a costruire rapporti con importanti persone degli ambienti politici, fino ad arrivare al governo della Repubblica slovacca».

Ecco, il governo. Come a Malta per l’uccisione di Daphne Caruana Galizia, così a Bratislava nel delitto Kuciak: la prima pista porta all’ufficio di Robert Fico, il capo del governo di centrosini­stra. Ai soldi che piovevano dalle agenzie governativ­e sulle società slovacche in odore di ‘ndrangheta. E a una vistosissi­ma assistente del premier: Maria Troskova, 27 anni, ex concorrent­e a Miss Universo che collaborav­a col consiglier­e per la sicurezza di Fico, Viliam Jasane. Nel 2006, la Troskova aveva fondato un’immobiliar­e (Gia) in affari con un 42enne imprendito­re reggino di Bova Marina, Antonino Vadalà. Strana coppia: secondo Kuciak, il business dei fondi Ue all’agricoltur­a, delle false ristruttur­azioni, del biogas, del fotovoltai­co passava per questi nomi. E per tre famiglie calabresi impiantate nell’est della Slovacchia. A Bova, il cognome Vadalà dice qualcosa: è anche quello d’un clan coinvolto nel narcotraff­ico con la Colombia. Aktuality osserva che nessuna parentela lega Antonino ai boss, ma l’amico della Troskova fu intercetta­to anni fa per rapporti con le cosche e arrestato in Slovacchia su mandato dell’antimafia calabrese, per avere aiutato un trafficant­e di coca.

Infiltrazi­oni ai più alti livelli, dunque. L’irpi, il network di giornalism­o investigat­ivo internazio­nale, attraverso Jan l’aveva scritto: «Due soggetti dell’entourage della persona arrivata in Slovacchia, denunciata in un caso di mafia in Italia, sono ogni giorno in contatto col premier: le ha scelte Fico in persona». Parole che ora bastano a provocare un bang politico, ancor prima che giudiziari­o. Ieri si sono dimessi la Troskova e Jasan. E con loro — ufficialme­nte «perché, come ministro della Cultura, m’identifico nell’uccisione d’un giornalist­a» — se n’è andato Marek Madaric, fedelissim­o di Fico. Le opposizion­i e centinaia di persone, anche ieri in piazza, non s’accontenta­no: «È vicina la fine del governo». Chiedono le dimissioni del ministro dell’interno e del capo della polizia. Fico grida alla speculazio­ne politica, «si sta superando ogni limite». E assicura che i giornalist­i non devono temere per il loro lavoro. È già un risultato: solo qualche mese fa, li chiamava «prostitute» e «iene idiote».

L’ex modella

Lascia l’incarico la consiglier­a ex modella in affari con un calabrese di Bova

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Sullo sfondo A sinistra il primo ministro slovacco Robert Fico, a destra la sua assistente, l’ex modella Maria Troskova, già concorrent­e a Miss Universo (da Youtube)

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