Fondi e banche, Milano incassa l’addio alla City «Arrivano 1.500 persone»
LONDRA Sono circa 1.500 i banker che hanno lasciato o stanno per lasciare Londra alla volta di Milano in seguito alla Brexit, interi team in particolare delle banche americane, da Goldman Sachs a Jpmorgan, da Citi a Morgan Stanley. «Ma non è finita qui: ora c’è da intercettare la fase due», dice Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero dell’economia. Pagani è stato tra i protagonisti del convegno a Londra organizzato dallo studio legale Legance presso l’ambasciata italiana per presentare le ritrovate opportunità dell’italia e la sua attrattività per i capitali esteri, ora che la crescita si consolida.
Il bilancio dei traslochi post Brexit è tracciato da Pagani insieme con Arabella Caporello, direttore generale del Comune di Milano, che ha organizzato nella capitale britannica un roadshow per illustrare le potenzialità che il capoluogo lombardo offre a chi decide di trasferirsi, oltre all’incentivo della flat tax sui beni all’estero e allo sconto fiscale del 50% per cinque anni sui redditi prodotti in Italia. Anche la manager pubblica guarda alla fase due di Brexit: «Ci sarà un tema di ricollocazione di parti importanti delle banche come il back office o l’it e per le caratteristiche del Paese questa battaglia ce la giochiamo». Se non è stato possibile attirare i quartier generali dei colossi Usa in Italia per ragioni di rating nazionale, e con l’ema con scarse possibilità di recupero, Milano come financial hub punta soprattutto a conquistare fisicamente le attività di asset management, di private equity, e il fintech. Qualcosa si muove, confermano da uno dei maggiori studi legali con sede a Milano: «Ogni giorno almeno in tre ci comunicano che stanno trasferendosi o pensano di farlo, soprattutto tra gente dei fondi d’investimento». È anche una grande operazione di marketing, chiamata «Move to Milano»: entro il 2018 dovrebbe entrare in funzione a Milano un’agenzia unica di orientamento ed educazione per gli espatriati in città, un altro passo per colmare il divario con le altre città internazionali.