Internet libero a Cuba: il pressing americano, l’ira di Raúl
Le proteste del regime dopo la creazione di una task force per aprire la Rete. «Nuova guerra fredda»
Il Granma, il quotidiano ufficiale dell’avana ora parla apertamente di «nuova guerra fredda». Internet, al posto dei missili o dell’embargo. Tutto è cominciato alla fine di gennaio di quest’anno, quando il Dipartimento di Stato ha costituito una «task force» per promuovere «un libero e non controllato flusso di informazione verso Cuba». Il gruppo degli esperti viene incaricato di «esaminare i modi per espandere l’accesso al web e ai media indipendenti». Appena la Reuters diffuse la notizia, il ministero degli Esteri cubano consegnò una nota di protesta a Lawrence Gambiner, l’incaricato d’affari a interim nell’ambasciata americana: «Vi chiediamo di interrompere questa azione sovversiva e illegale contro Cuba e ci appelliamo alla rispetto della nostra sovranità»
Nell’isola la connessione alla Rete è ancora tecnicamente molto complicata. Chi ha visitato l’avana avrà notato gruppi di persone, per lo più giovani, sedute sui marciapiedi all’esterno dei grandi alberghi o nelle piazze per connettersi ai pochi punti Wifi disponibili.
Negli ultimi tempi il presidente Raúl Castro ha concesso qualche blanda apertura, ma navigare costa ancora caro e soprattutto i contenuti sono filtrati dal regime con tecnologie sperimentate dal governo cinese.
Il sito del Figaro ricorda i tentativi precedenti compiuti dai servizi americani, come la creazione di «Zunzuneo», una specie di Twitter, tra il 2009 e il 2012, oppure di «Piramideo», l’equivalente di Facebook. Due operazioni smantellate dalla «Segurida dell’estado».
Adesso l’amministrazione di Donald Trump ci riprova, nel quadro di una relazione con Cuba drasticamente peggiorata e che sta mettendo a rischio il processo di distensione voluto da Barack Obama. Alla Casa Bianca si pensa che sia il momento buono per dare una spallata. Castro avrebbe dovuto lasciare l’incarico in questi giorni, ma ha rinviato il passo a metà aprile. Certamente l’apertura al mondo, attraverso Internet, può mettere in difficoltà i piani dell’establishment politico a Cuba. Ma, un diplomatico occidentale, citato da Le Figaro avverte: Castro potrebbe cogliere il pretesto dell’ingerenza americana per rimanere al potere.
Difficoltà tecniche Nell’isola la connessione è ancora tecnicamente molto complicata
Diritto al web
Alla Casa Bianca pensano sia il momento buono per dare la spallata finale