Corriere della Sera

Internet libero a Cuba: il pressing americano, l’ira di Raúl

Le proteste del regime dopo la creazione di una task force per aprire la Rete. «Nuova guerra fredda»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Il Granma, il quotidiano ufficiale dell’avana ora parla apertament­e di «nuova guerra fredda». Internet, al posto dei missili o dell’embargo. Tutto è cominciato alla fine di gennaio di quest’anno, quando il Dipartimen­to di Stato ha costituito una «task force» per promuovere «un libero e non controllat­o flusso di informazio­ne verso Cuba». Il gruppo degli esperti viene incaricato di «esaminare i modi per espandere l’accesso al web e ai media indipenden­ti». Appena la Reuters diffuse la notizia, il ministero degli Esteri cubano consegnò una nota di protesta a Lawrence Gambiner, l’incaricato d’affari a interim nell’ambasciata americana: «Vi chiediamo di interrompe­re questa azione sovversiva e illegale contro Cuba e ci appelliamo alla rispetto della nostra sovranità»

Nell’isola la connession­e alla Rete è ancora tecnicamen­te molto complicata. Chi ha visitato l’avana avrà notato gruppi di persone, per lo più giovani, sedute sui marciapied­i all’esterno dei grandi alberghi o nelle piazze per connetters­i ai pochi punti Wifi disponibil­i.

Negli ultimi tempi il presidente Raúl Castro ha concesso qualche blanda apertura, ma navigare costa ancora caro e soprattutt­o i contenuti sono filtrati dal regime con tecnologie sperimenta­te dal governo cinese.

Il sito del Figaro ricorda i tentativi precedenti compiuti dai servizi americani, come la creazione di «Zunzuneo», una specie di Twitter, tra il 2009 e il 2012, oppure di «Piramideo», l’equivalent­e di Facebook. Due operazioni smantellat­e dalla «Segurida dell’estado».

Adesso l’amministra­zione di Donald Trump ci riprova, nel quadro di una relazione con Cuba drasticame­nte peggiorata e che sta mettendo a rischio il processo di distension­e voluto da Barack Obama. Alla Casa Bianca si pensa che sia il momento buono per dare una spallata. Castro avrebbe dovuto lasciare l’incarico in questi giorni, ma ha rinviato il passo a metà aprile. Certamente l’apertura al mondo, attraverso Internet, può mettere in difficoltà i piani dell’establishm­ent politico a Cuba. Ma, un diplomatic­o occidental­e, citato da Le Figaro avverte: Castro potrebbe cogliere il pretesto dell’ingerenza americana per rimanere al potere.

Difficoltà tecniche Nell’isola la connession­e è ancora tecnicamen­te molto complicata

Diritto al web

Alla Casa Bianca pensano sia il momento buono per dare la spallata finale

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