Ricami di cristallo Saint Laurent, la notte è sua
Vaccarello e le gambe sempre, sfacciatamente nude La genialità di Galliano per la Maison Margiela
PARIGI Parecchie cose ha dimostrato l’altra sera Anthony Vaccarello con il suo nuovo Saint Laurent. Innanzitutto che le storie possono continuare. Nel caso la sua, di designer dallo stile inconfondibile (solo lui sa fare le micro gonne e scollare e drappeggiare i mini abiti così) e poi quella di una maison dall’heritage glorioso che questo ragazzo (ha solo 36 anni) ha interpretato con i cenni a due fra le più interessanti collezioni di monsieur Yves, Gipsy (le accattivanti bandane borchiate) e Russa (la fantasia dei ricami di cristalli per la sera). Non solo. Il creativo è sempre più sicuro e non tradisce la sua visione coerente: riprendere il discorso dalla stagione precedente. «Questo si traduce in boutique in una continuità assoluta nella proposta», dice Francesca Bellettini, l’ad che in coppia con Vaccarello sta portando la maison a ottimi risultati. E chapeau anche alla puntualità: unico show cominciato in orario di tutte le fashion week! In un’atmosfera cupa e accecante alla Stranger Thinks, serie cult fra i giovani, fra tenebre e riflettori, è apparsa questa creatura giovane e sofisticata con «la gioia di vivere — raccontava Vaccarello nel dopo show —, ma anche con un po’ di tristezza».
Non sono forse così le giovani donne? Spensieratezza e tormento. Le gambe sempre sfacciatamente nude come solo le ragazze sanno esibirle con zeppe o stivali morbidi. E poi piccoli short da runner in pelle e tessuti fra i più preziose. Sopra giacche perfette di velluto e passamaneria, piccoli blazer, boleri e sciarponi. Abiti da club con le spalle scoperte o con grandi spalline. Decolleté e schiene svelate. I ragazzi che le seguono non sono da meno: jeans e blouson glitterer e stivali texani, pantaloni a sigaret- ta e montoni. Colore dominante? Che domanda: nero.
Se ne stia nascosto, mister John Galliano, non si faccia vedere né sentire perché se il risultato porta a una moda così energizzante e sperimentale e poetica allora sta vincendo lui. L’inglese che fu cacciato da Dior nel suo nascondiglio chez Martin Margiela sta veramente facendo un lavoro fantastico sulla moda e sul senso degli abiti come materia plasmabile e sempre in divenire, un sottosopra che è sovversione, un glamour che è rilassato. Ossimori corollari alla teoria che anche nella moda, regno dell’effimero, nulla si distrugge ma tutto può rinascere a nuova vita. Ecco scheletri di trench o di giubbotti sovrapporsi a pastrani ibridati di maglieria norvegese e tweed. Grandi parka di nylon modernizzano sottovesti impazzite. Enormi pullover tagliati diventano grembiali. Sui pastrani precisi spuntano manicotti imbottiti e sulle sneaker protezioni da Super Bowl. Tutto ha l’aria di aver già vissuto e di essere lì per caso, che è l’altro straordinario suggerimento di questo inglese irriverente e geniale.
E giorno sia. Da Rochas Alessandro dell’acqua fa una scelta precisa: vestire il quotidiano, quello delle donne che vivono la vita vera. Basta taffetà e chiffon e sbuffi. Ma siamo a Parigi, roccaforte della borghesia. E più che una power woman la mademoiselle è una sofisticata parisienne da Café Fleur, fine anni Settanta vestita di tailleur maschili decontracté in cashmere double, gonne diritte al ginocchio, chemisier, abiti con il colletto, cappottoni damascati e stivali di pitone con tacco glitter. Pas mal. Anzi.
La donna di classe, oggi, veste Dries Van Noten. Sans doute, detto alla francese. E non solo perché indossa una gonna diritta e precisa al ginocchio o un cappotto minimale e svasato, o una tunica perfetta o un tailleur maschile comedio-comanda. Lo stilista riesce sempre a scegliere materiali e stampe di un gusto sopraffino, di una ricerca attenta e originale. Motivi decò floreali sono il filo conduttore che si ritrova ovunque anche nei ricami e negli jacquard per i capi e gli accessori e persino nei capi di ispirazione sportiva e tecnica.
Lacoste festeggia i suoi primi 85 anni lanciando un progetto a sostegno degli animali in via di estinzione e fa t-shirt (in vendita già) e poi felpe e golf e poncho e giacconi. Il resto della collezione è un omaggio al golf fra mantelle e stivali di gomma, blouson e tute che sarebbe stato più eccitante vedere sul green addosso a Tiger Woods.