Contratti, sì di imprese e sindacati al «test della rappresentanza»
Intesa per misurare i consensi raccolti dalle organizzazioni. Il ruolo dei lavoratori
ROMA A pochi giorni dal voto Confindustria e sindacati hanno raggiunto l’accordo sulle nuove regole della contrattazione. Un vertice nella notte fra mercoledì e ieri tra il presidente dell’associazione imprenditoriale, Vincenzo Boccia, e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo ha sciolto gli ultimi nodi sul testo messo a punto dagli sherpa. Ora l’intesa sarà valutata dagli organismi delle tre confederazioni e poi verrà ufficialmente firmato il 9 marzo.
Con le 16 pagine concordate al termine di una trattativa riservata durata un anno e mezzo Confindustria e sindacati puntano a raggiungere quattro obiettivi: 1) riaffermare il ruolo di indirizzo delle confederazioni sulle categorie rispetto a un sistema che altrimenti rischiava l’anarchia; 2) evitare che il prossimo governo e Parlamento approvino una legge sul salario minimo che spiazzerebbe la contrattazione; 3) fermare la proliferazione dei contratti e il dumping salariale conseguente a intese stipulate da organizzazioni non rappresentative; 4) aprire la contrattazione alle novità del welfare integrativo e alle potenzialità della partecipazione dei lavoratori all’impresa. Si tratta quindi di un’intesa che ha un valore sia politico sia tecnico.
Per la prima volta la Confindustria accetta di misurare la sua rappresentanza e le parti convengono che si debba arrivare a un’efficacia erga omnes dei contratti stipulati dalle organizzazioni rappresentative sulla base di regole certe e da una legislazione di sostegno: un messaggio, anche questo, affidato al quadro politico che uscirà dalle elezioni.
Il modello contrattuale continuerà a restare articolato su due livelli: il contratto nazionale e quello decentrato, aziendale o territoriale, secondo la prassi, evitando duplicazioni. Debuttano i concetti di Tem, Trattamento economico minimo, e Tec, Trattamento economico massimo, che verranno individuati dal contratto nazionale di categoria. Il Tem, cioè i minimi tabellari di retribuzione varieranno secondo l’indice Ipca di inflazione al netto dei prezzi importati dei carburanti, ma ciascuna categoria continuerà a scegliere le modalità (aumenti ex ante o ex post) e potrà modificare il valore del Tem «in ragione dei processi di trasformazione e innovazione». Nel Tec verranno ricomprese le eventuali voci di welfare. Il premier Gentiloni parla di «accordo molto importante perché abbiamo un grandissimo bisogno di collaborazione tra le parti sociali».