Furlan: ora la politica smetta di parlare di salario minimo Torniamo ai negoziati
«Ora i partiti smettano di parlare di salario minimo. Ogni intervento in questo senso sarebbe improduttivo e superfluo». Annamaria Furlan ha sempre seguito da vicino la trattativa sulla riforma del modello contrattuale. A risultato raggiunto, manda un messaggio alla politica. Quindi entra nel merito dell’intesa.
Ogni categoria potrà decidere su quale base applicare gli aumenti. Se anticipare l’inflazione o compensarla ex post. Le confederazioni cedono sovranità alle categorie?
«Veniamo da una stagione di rinnovi in cui le categorie hanno dato fondo alla loro capacità di negoziare, trovando strade nuove pur di risolvere i problemi. Credo che questo sia un bene. Non ci sarà un “liberi tutti” ma una contrattazione nazionale su misura».
I chimici volevano mantenere il calcolo degli aumenti su valori superiori al minimo tabellare. E così è stato. I metalmeccanici invece calcolano gli aumenti su minimi «veri».
«L’importante è garantire minimi retributivi a tutti. In ogni caso, non avrebbe avuto senso allineare al ribasso i trattamenti migliorativi, dove ci sono le condizioni».
Ci sono lavoratori non coperti dai contratti come gli addetti della gig economy. Questo accordo allarga le tutele anche a loro?
«I contratti sono già fin troppi, non ne servono altri. Piuttosto bisogna applicare a
d Nessun liberi tutti ma una contrattazione nazionale su misura, basata sui contesti
tutti quelli esistenti facendo evolvere i più innovativi come abbiamo fatto in questi anni con la somministrazione».
L’accordo parla di «certificazione della rappresentanza datoriale». Ambizione velleitaria se non sono Confindustria, Confcommercio e le altre organizzazioni a cominciare a parlarsi...
«Ora tocca a loro. Ma il nostro contributo è doveroso».
La contrattazione aziendale sarà potenziata?
«In varie parti il testo sostiene la contrattazione di secondo livello. Anche attraverso una maggiore partecipazione dei lavoratori. Ma ci sono altri due aspetti dell’intesa a cui tengo molto». Quali?
«Welfare e formazione. L’accordo pone le basi per un nuovo rapporto tra scuola, impresa e territorio. E sul welfare bisogna individuare delle priorità».