Chili, ora è il turno di 20th Century Fox Diventa socia al 4%
MILANO La firma è avvenuta ieri pomeriggio da un notaio nel centro di Milano. Chili, la società di intrattenimento digitale fondata da Stefano Parisi e Giorgio Tacchia nel 2012, chiude il cerchio delle principali major di Hollywood con l’ingresso di 20th Century Fox, casa di distribuzione e di contenuti cinematografici, che ha sborsato circa 6 milioni di euro per il 4% del capitale (155 euro per azione).
Due anni fa erano entrate Warner Bros e Paramountviacom entrambe con il 4% e Sony Pictures con il 3%. Per le mayor i dati sui clienti che possono essere messi a disposizione da Chili e il modello di business rappresentano un’interessante opportunità. Ma la piattaforma che offre film a pagamento (pay per view) in Italia, Germania, Gran Bretagna, Austria e Polonia, con un catalogo di 50 mila tra film e serie tv, ha attirato anche la famiglia Lavazza, che a fine dicembre ha acquisito il 24% di Chili per 25 milioni attraverso la neonata holding Torino 1895 Investimenti. Ora l’azionariato vede al 30% Brace, il veicolo di fondatori Parisi e Tacchia, all’11% il Fondo Antares di Stefano Romiti, Investinchili al 7%, Negentropy con Capiscum al 12% e Tony Miranz, fondatore di Vudu, all’1%. The Post Il film della 20th Century Fox con Tom Hanks e Meryl Streep. La mayor di Hollywood è entrata nel capitale di Chili con il 4% milioni
Il fatturato di Chili nel 2017. Nel 2016 era stato pari a 8 milioni La società ora è valutata intorno a 150 milioni.
Il modello scelto da Chili — offrire un’alternativa legale alla pirateria mettendo a disposizione una libreria fisica e digitale con i titoli disponibili 105 giorni dopo l’uscita dalle sale — si è arricchito nel tempo attraverso una piattaforma in cui il consumatore trova quello che cerca sul grande schermo, dalla programmazione dei cinema più vicini, attraverso un’app, alle news raccontate in un magazine digitale. Il fatturato corre. Nel 2017 Chili ha registrato oltre 13 milioni contro gli 8 milioni di un anno prima.